"Scudetto? Io punto sul miglioramento dei miei giocatori, voglio dargli l'ambizione ed il coraggio per fare qualcosa di speciale. La vicinanza di questa città ci sta sempre più influenzando. Oggi c'è stato un tifo tremendo, lavoriamo per questo". Queste le parole di Paulo Sousa al termine della partita contro l'Atalanta. Al termine della partita che ha consolidato il primato della Fiorentina in testa alla classifica, da sola, con due punti di vantaggio sull'Inter, tre sulla Lazio e quattro sulla Roma. Il mio amico Riccardo ne sarebbe contento. Lui è un portatore sano di "profilo basso", ama sognare ma con i piedi ben saldi a terra. Io in questo momento faccio un pò fatica ma credo di non essere l'unico. L'entusiasmo infatti è tangibile e contagioso. Gruppi di persone si ritrovano davanti al televisore per le partite come in occasione dei Mondiali, ragazzini che girano con la maglia del loro giocatore preferito, piccoli calciatori che si allenano al grido di "Ora faccio Kalinic" e la sveglia del lunedì che diviene meno faticosa del solito.
Tutto ciò succede quando non sei abituato a stare lassù, "Non svegliatemi" recitava uno striscione ieri sera al Franchi, tutto ciò è meraviglioso. E ieri sera non era semplice perchè l'Atalanta è una buona squadra, "rognosa" al punto giusto e abile nelle ripartenze sfruttando l'agilità di Maxi Moralez e Gomez. Sicuramente l'espulsione di Paletta dopo appena tre minuti di gioco ha facilitato le cose, così come la paratona di Tatarusanu su Moralez ha mantenuto alta la soglia di attenzione della difesa che da quel momento non ha rischiato più niente. Le partite, però, si vincono se si hanno i giocatori ed il Borja Valero stile direttore d'orchestra ne è un esempio lampante, con la ciliegina della rete della sicurezza. Al suo fianco il prode Badeji sta inanellando prestazioni maiuscole in sequenza contribuendo a far girare al meglio gli ingranaggi. Monstre anche la prestazione di Bernardeschi. Movimenti giusti, tanta corsa al servizio della squadra e due assist per i primi due gol, di cui, il primo, semplicemente delizioso. Davanti Kalinic ha fatto il solito "lavoro sporco" per poi togliersi lo sfizio di illustrare al meglio il concetto di uno-due con la collaborazione di Verdù, in occasione della terza, pregevolissima, marcatura.
Prestazione convincente dunque, quello che serviva. Adesso è tempo di Nazionali e poi sarà la volta di Napoli e Roma in sequenza. Chiamarli esami di maturità appare riduttivo ma la squadra è pronta come non mai perchè, a prescindere da quanto durerà e da come andrà a finire la Fiorentina e Firenze sono come una cosa sola, un'entità unica, cosciente del fatto che tutto ciò è un gran bel sogno ma, parola del condottiero portoghese: "Sognare è il primo passo per raggiungere qualsiasi traguardo".