La Juventus non riesce a rialzare la testa: dopo la sconfitta interna con l'Udinese e quella esterna con la Roma, arriva solo un pareggio in casa contro un Chievo che rasenta la perfezione per meccanismi e abnegazione, ma che strappa solo un punto dallo Stadium. Il vantaggio l'avevano conquistato proprio i ragazzi di Maran, dopo solamente 5 minuti, ma poi all'83' è arrivato il pareggio, firmato ancora una volta da Paulo Dybala, stavolta dal dischetto. Un rigore criticato (ma che va a pareggiarne uno negato su Pogba), guadagnato da Juan Cuadrado, l'uomo senza dubbio più decisivo oggi, che con il suo ingresso in campo ha spezzato in due la gara.

Il colombiano non era partito titolare, come anche Paul Pogba, che ha iniziato a sorpresa in panchina salvo subentrare. Dal primo minuto tante novità, due in particolare: Alex Sandro e Hernanes, al debutto assoluto. Comincia titoalre anche Morata, preferito a Mandzukic, come anche Barzagli e Caceres, con un turno di riposo concesso a Chiellini e Lichtsteiner. Rientro importantissimo quello di Marchisio a centrocampo, che dura però 45 minuti. Chievo che invece non cambia una virgola rispetto all'undici che ha vinto e convinto con la Lazio, a parte in difesa, dove Gamberini vien preferito a Dainelli, anche se i due sono in costante ballottaggio.

Dopo cinque minuti, la doccia gelata sullo Stadium: la Juve non entra male in campo ma subisce troppo gli attacchi del Chievo, che non dimostra affatto timidezza e porta tanti uomini nella metà campo avversaria. Il gol arriva su un errore della difesa in toto, che presa in contropiede si schiaccia all'indietro e subisce il tiro di Hetemaj, un collo preciso a fil di palo sul quale Buffon non può fare nulla. La reazione c'è ed è anche veemente, perchè arrivano tre occasionissime nel primo quarto d'ora, un tiro da fuori di Hernanes respinto da un super Bizzarri e altre due generate da un Pereyra che da interno si propone bene ma fatica a giocare la palla.

La nota positiva del primo tempo riguarda anche l'impatto deciso di Alex Sandro, oltre a quello del profeta: il brasiliano sulla sinistra è un pendolino che si propone costantemente e genera continuativamente occasioni. Una enorme ce l'ha Dybala dopo 20 minuti, ma la sua mezza rovesciata termina alta sopra la traversa. Tante sfuriate e buone trame di gioco, ma anche eccessiva imprecisione e voglia di strafare, e soprattutto poco cinismo: all'intervallo i bianconeri sono sotto e Allegri si gioca la carta Pogba.

Con il francese in campo e Marchisio fuori, passa Hernanes in regia e Pereyra sulla trequarti, ma la prima occasione della ripresa la ha ancora il Chievo, con una girata in piena area di Cesar respinta in un modo incredibile a mano aperta sul palo da Gianluigi Buffon, una parata simile a quella in finale di Champions League. Dopo cinque minuti però la Juve va vicinissima al pareggio: tripla occasione, prima un palo sempre di Pereyra, poi Pogba a botta sicura vede il suo tiro respinto da Frey e infine ancora Dybala in mezza rovesciata la mette alta.

La porta sembra stregata, il Chievo raddoppia ma Cesar nel realizzare trascina a terra Bonucci e Guida decide di annullare. Allegri si gioca la carta Cuadrado al 64' e gira la gara: il colombiano si procura prima una punizione che Hernanes si vede respinger da Bizzarri (terza parata miracolosa dell'argentino sul profeta, anche al 68' si era riproposto il duello), e all'83' ancora con un'incursione dalla destra trova il piede di Cesar, ingenuamente andato in scivolata fuori tempo. L'ex Fiorentina non fa nulla per evitare il contatto, l'arbitro decide per il rigore che Dybala trasforma. La Joya salva la Juve dal punto di vista del risultato, il gioco è ancora da verificare e un punto in tre partite non è il miglior modo per approcciare la trasferta europea di Manchester. Allegri in attesa di tempi migliori.