Si discute molto in questi giorni del rendimento tutt'altro che brillante da parte di Paul Pogba. Se ne parlava dopo le prime due uscite in campionato con la Juventus, se ne parla anche adesso a seguito di una prestazione leggermente opaca con la nazionale francese nell'amichevole contro il Portogallo. 

Che il francese non stia vivendo un grande momento è abbastanza evidente. Tuttavia, ritengo che non sia il caso di allarmarsi troppo. Esistono infatti tantissimi fattori che possono aver condizionato il rendimento di Pogba, la maggior parte di questi facilmente risolvibili e dunque passeggeri. Vediamo quali.

Cominciando dalle prime due uscite con la Juventus, è necessario fare una considerazione: non abbiamo visto un Pogba assente e in difficoltà nel bel mezzo di un squadra in salute che proponeva un buon calcio. Ad essere in grande difficoltà è stata l'intera squadra (per motivi che non è il caso di approfondire in all'interno di quest'analisi). E' chiaro che, se non gira la squadra, non può girare neanche Pogba.

Un Pogba dunque in difficoltà in primis a livello tattico. Il francese, nelle prime due uscite, è stato infatti costretto ad operare un po' in tutti i settori del campo, proprio a causa di una grande difficoltà generale nella costruzione del gioco. Non è facile sfoderare grandi prestazioni se bisogna svolgere tanti compiti diversi contemporaneamente, come rendersi pericolosi con gli inserimenti senza palla, interrompere l'azione avversaria, arretrare quasi sulla linea dei difensori per prendere palla e cercare di avviare la manovra. Diventa complicato per chiunque.

Altro fattore probabilmente sottovalutato: la condizione fisica. Sappiamo infatti che la Juventus ha un po' forzato la preparazione durante l'estate per essere pronta per la sfida di Supercoppa contro la Lazio. Oggi, si avvertono ancora le conseguenze di questa scelta, e Pogba sicuramente rientra nelle "vittime" che ancora devono ritrovare la miglior condizione.

Terzo elemento: il fattore nervoso. Nonostante il potenziale tecnico infinito, va ricordato che Pogba è ancora un ragazzo di 22 anni. Non è facile a livello psicologico reggere tutta una serie di elementi poco favorevoli: giocare senza gli abituali punti di riferimento nel reparto di centrocampo, avvertire di non essere al meglio fisicamente, giocare inseguendo il pareggio (come è capitato in queste due prime uscite) ed essere costretto a svolgere più compiti tattici del dovuto. Il nervosismo, prima o poi si fa sentire, e questo è un ulteriore fattore che condiziona negativamente in campo.

Tuttavia, non mancano i critici. In particolare, Pogba viene accusato di essere poco concentrato, fin troppo lezioso, di scendere in campo con quell'esagerata convinzione nei propri mezzi che finisce per essere un'arma a doppio taglio. Personalmente, non credo che Pogba sia un nuovo esempio di Balotelli (anche se il procuratore è lo stesso, e certe voci di mercato messe in circolazione spesso e volentieri da Raiola di certo non fanno mai bene). In ogni caso, credo sia necessario dare anche una parte di ragione a chi giudica negativamente Pogba proprio per queste ragioni. Penso sia fondamentale tenere il giocatore il più possibile con i piedi per terra. Utilizzare bastone e carota, in situazioni di questo tipo, ha sempre dato i suoi frutti.

Alla luce di tutte queste possibili spiegazioni, ritengo dunque che vi sia un'eccessiva preoccupazione attorno a Pogba. Non serve creare allarmismi: non appena la Juventus ritroverà il proprio gioco, anche attraverso il recupero di pedine importani a centrocampo, è molto probabile che Pogba tornerà a sfoderare grandi prestazioni e potrà nuovamente essere decisivo.