Anno nuovo, mister nuovo, squadra praticamente la stessa dell'ultima stagione, ma tanto basta per l'impresa: l'esordio vittorioso allo Juventus Stadium dell'Udinese significa tanto non solo per il club friulano, ma anche per la Vecchia Signora. Per due motivi: è la prima volta che i torinesi perdono in casa alla prima, oltretutto nel nuovo stadio, e significa che un ciclo è finito o ci manca poco.

Ma gli insegnamenti che questa sconfitta può dare alla Juventus lasciamoli ai catastrofisti della prima giornata. Ciò che abbaglia è, invece, la bella vittoria della squadra di Colantuono, che finalmente si mostra veramente “squadra”, dopo ciò che si era già visto contro il Novara in Coppa Italia. Certo, tre punti risicati arrivati a pochi minuti dalla fine, ma la trasferta dei friulani non era stata vista con più alte aspettative.

Il mister natio di Anzio, nelle dichiarazioni prepartita, aveva detto che voleva giocare una partita all'attacco, altrimenti l'unica cosa che si sarebbe ottenuto era perdere. La squadra non è apparsa però della stessa idea, con i giocatori juventini quasi sempre in avanti e gli ospiti schiacciati in difesa, impegnati costantemente a spazzare via l'area.

Ma per merito di uno straordinario Karnezis o colpa di un reparto avanzato poco lucido, in primis lo sfortunato Mandzukic, la rete del vantaggio casalingo non arriva e il clima si scalda, con i padroni dello Stadium nervosi. “Mors tua, vita mea” si dice l'Udinese, che dopo un primo tempo di sofferenza esce di corsa dalla propria “tana” e insacca un gol tanto facile da sembrare banale, con un Thereau che si trova nel posto giusto al momento giusto.

Non si può, però, parlare dei meriti degli ospiti sul sorpasso senza criticare la fase difensiva della squadra di Allegri: Kone libero di crossare rappresenta un vero suicidio, oltretutto con un attaccante libero come l'aria all'interno della propria area. Stesso discorso vale per l'Udinese, che ha fatto anche peggio, permettendo agli avversari di recuperare il pallone a pochi metri dalla porta per la foga di sbarazzarsene. Per fortuna che c'era questa Juve, verrebbe da dire, ben lontana da quella che vedremo da qui fino alla fine della stagione.

Quella che sarà la Signora è un'altra storia. Adesso a Udine i tifosi si godono un successo insperato, mettendo da parte le polemiche sul nome del nuovo Stadio Friuli, e guardano con stupore la nuova creatura, creata da Colantuono. Che in realtà non sembra molto diversa dalla squadra né dell'ultima annata, né tanto meno del precampionato giocato tra alti e bassi. Ma finalmente si è vista una qualità che da queste parti non passa inosservata: la grinta.

La prestazione offerta dagli esterni è stata positiva, soprattutto nelle occasioni dei contropiedi; Zapata nonostante non sia al top della forma ha deciso la partita negli ultimi minuti, trattenendo palla e facendo salire la squadra. Tra i pali, ancora una volta, il numero uno greco ha dato la dimostrazione di essere l'elemento di punta della formazione, mentre Di Natale ha rimandato ancora una volta la gioia di segnare alla Juve. Ma le occasioni per tornare a “volare” saranno tante, già domenica prossima in casa contro il Palermo: la bella Udinese ha iniziato a sognare e sembra non voglia fermarsi.