La tentazione era troppo forte: l'utilizzo di queste parole, non ha alcuni riferimenti politici, è dovuto soprattutto alla mia posizione apolitica e apartitica, ma rappresenta bene la situazione attuale dell'ambiente bianconero. Ieri Gino Pozzo, la mente del mercato bianconero e della holding Udinese-Granada-Watford, ha dichiarato ad un giornale locale, il Messaggero Veneto, che il mercato in entrata è chiuso, che la squadra consegnata a Colantuono è completa con gli arrivi di Adnan, Edenilson, Duvan Zapata e Iturra.

Le prestazioni positive nelle recenti uscite amichevoli, tra le quali quelle di ieri contro Clodiense e Alto Vicentino, in due partite da 80 minuti che l'Udinese ha vinto per 7-0 e 4-0, in realtà hanno mostrato molte note positive e questo fa realmente pensare che "podemos" fare un buon campionato e gli elogi maggiori sono andati proprio agli ultimi nuovi acquisti.

Questo però non ha placato i brontolii degli "indignados" che, vista l'annata spaciale che vede il debutto del nuovo Stadio Friuli, si aspettavano qualcosa di più, il classico "nome" per sollecitare e stimolare l'ambiente ad avere il sold out in termine di presenze allo stadio e aumentare maggiormente il livello tecnico della squadra, ritenendo che "podemos" permetterci un lusso ogni tanto, visto che la società ha i conti a posto e guadagna notevoli cifre ma soprattutto che Pozzo non è affatto l'ultimo dei ricchi.

Il terrorismo mediatico della società, forte degli ultimi avvenimenti che hanno colpito il Parma e altre squadre, che mette in guardia tutti a non effettuare passi più lunghi della gamba e spese folli che potrebbero costare la sparizione dal pianeta terra dell'Udinese, ha trovato purtroppo proseliti. Ci si dimentica una cosa, chi dirige una squadra di calcio a questi livelli guadagna e gestisce un giro d'affari di milioni di euro e chi fallisce i soldi li ha mangiati comunque.

In quello che sarà il 30esimo anno alla guida dell'Udinese del Patron Pozzo, in quello che sarà l'evento del secolo per l'inaugurazione del nuovo stadio, ci si aspettava di più.

Ed invece a sorprenderci è ancora il figlio Gino che alla domanda del giornalista del Messaggero: "Nella scorsa stagione si è fatto un gran discutere della collocazione tattica di Guilherme che nel 3-5-2 fa fatica a inserirsi. Il suo giudizio? Premesso che si può giocare in un centrocampo a tre anche con due mediani e un vertice alto, io dico che non bisogna affrettare i giudizi. Con Guilherme bisogna pazientare un po’, ha delle qualità importanti, è il nostro centrocampista che muove meglio palla".

E' proprio vero, in Italia "podemos" tutti essere allenatori, specialmente i presidenti. Gli allenatori saranno sicuramente "indignados".