Non mi nascondo, tra gli scettici sulla scelta di Colantuno alla guida dei bianconeri c'ero anch'io, ma da queste prime amichevoli l'atteggiamento visto in campo da parte di tutti i giocatori fa ben sperare. Atteggiamento, parola che in molte occasioni fa le veci a gioco, ma non sempre è così. Fortunatamente.
L'approccio dell'Udinese è sicuramente determinante. Se scendi in campo privo di motivazioni e voglia di mordere pallone e avversario, difficilmente porti a casa un risultato positivo, e comunque può non bastare. C'è bisogno di un modulo e soprattutto di un gioco in cui tutta la squadra sappia identificarsi. Non importa sia catenaccio o lo schieramento più offensivo, l'importante è sapere cosa fare in campo.
E da queste prime uscite, chi ha le idee ben chiare, sapendo muoversi tra le linee, facendosi trovare sia in fase difensiva come appoggio per i difensori e centrocampisti per far ripartire l'azione, sia in fase offensiva come rifinitore e realizzatore, è Bruno Fernandes.
Il portoghese sembra aver dimenticato la passata stagione, quando con Stramaccioni non riusciva a dare continuità di prestazioni e forma fisica, forse dovuto anche alla maggior morbidità dell'ex tecnico, mentre con la "cura" Colantuono ha ritrovato verve e spunti importanti nell'arco dell'intera partita. Ma non è il solo. Pur avendo giocato solo spezzoni, anche Kone e Badu, hanno dato la sensazione di avere qualcosa in più.
Finalmente, con l'arrivo del tecnico di Anzio, quel settore di campo così anonimo fino a poco tempo fa, ha ritrovato il suo padrone, la mezzala.