Riccardo Bigon ha contribuito in maniera importante a riportare il Napoli in una dimensione europea. Dopo sei anni era però arrivato il momento di abbracciare nuove sfide, come quella dell'Hellas Verona, al posto di Sean Sogliano:
"E' il club giusto per dare continuità al mio modo di lavorare: filosofia aziendale moderna, grandi possibilità di sviluppo nel futuro e dopo 100 punti in due stagioni e l'ora di consolidarci. Passare dal Napoli al Verona non è un passo indietro per me: ho firmato per 3 anni e credo nella crescita del club e personale. Tra febbraio e marzo ho fatto un bilancio e pensato che era il momento di prendere una strada nuova. Sono le idee che portano a fare una squadra di un certo livello. Sarà un mercato diverso, ma la società lavora per dare una rosa competitiva. Comunque ho già capito che il Verona ha tanto appeal: tra le medio-piccole è molto ambito. Si riparte da Mandorlini e Toni, più italiani e un'età media abbastanza bassa. Il mercato dovrebbe chiudersi entro luglio. In quindici giorni abbiamo definito nove rinnovi: quelli di Rafael, Nicolas e Valoti li ufficializzeremo tra pochi giorni. Ho fatto arrabbiare Zamparini con Viviani? Ci hanno chiamato all'1.15 di notte e abbiamo sfruttato l'occasione. Pazzini? Stiamo parlando, vediamo se ci saranno le condizioni. Compatibilità con Toni? Luca andrebbe clonato, quelli forti possono giocare sempre assieme. La salvezza vale come uno Scudetto e se arriva senza soffrire ancora meglio. L'Europa? I sogni è giusto coltivarli, ma senza perdere la nostra dimensione."
Impossibile per Bigon non parlare del Napoli, di Benitez e di De Laurentiis: "Quando arrivai il Napoli era al 141° posto nel ranking Uefa, ora è 20°. Il valore della rosa è salito da 100 a 250 milioni, sei qualificazioni di fila in Europa e titoli: merito di tutti, sia chiaro. L'ultimo anno c'era un'aspettativa troppa elevata e in una stagione considerata negativa abbiamo vinto la Supercoppa e raggiunto la semifinale in Europa League e Coppa Italia. Benitez aveva un'offerta del West Ham e lì c'era stato un certo discorso, che includeva pure me. Poi è venuto fuori il Real... La verità è che non mi ha chiesto di seguirlo. Napoli? Mi mancheranno il sole, il mare e l'affetto della gente: l'addio in sede tra le lacrime non lo dimenticherò. Il traffico, invece, non mi mancherà. Nel 2010 cercai di prendere Bale quando faceva panchina al Tottenham. Ma l'operazione più bella è stata quella legata a Cavani: preso a 17 milioni e rivenduto a 62. Anche Fernandez, pagato 2 e rivenduto a 10. Vargas? Colpa mia, è arrivato in Italia nel momento sbagliato. Lo pagai 11, adesso vale molto di più. De Laurentiis è un artista: inventa e produce. Setti è dinamico e pragmatico. Io condivido sempre le scelte con il mio staff per creare le condizioni migliori per allenatore e calciatori. A Napoli, con i miei collaboratori, abbiamo creato un software che da in pochissimo tempo i profili adatti alle necessità del tecnico come Mertens e Callejon."