Un addio agrodolce, un divorzio annunciato ma comunque difficile: Simone Pepe lascia la Juventus dopo cinque anni, in scadenza di contratto, dopo aver portato a casa quattro scudetti, due Supercoppe italiane e una Coppa Italia. Un bottino niente male per un giocatore volenteroso e amatissimo dai tifosi per il suo atteggiamento in campo e fuori, ma che ha passato tre anni difficili per colpa dei troppi infortuni che lo hanno perseguitato.
L'ala ha parlato a Tuttosport del suo rapporto con la società e con i tifosi, con cui aveva instaurato un gran rapporto: "Svuotare l'armadietto di Vinovo è stata una tristezza incredibile: alla Juventus ho trascorso cinque anni fantastici in una società incredibile. Ho dato il cuore, l'anima e pure una gamba. Il popolo bianconero l'ha capito e infatti mi ha sempre osannato e riempito d'affetto. Con i tifosi manterrò un feeling incredibile per sempre".
Resta però un grandissimo rimpianto per Pepe: "Nulla può ripagarmi della finale persa: a Berlino, a fine partita, ho detto ai miei compagni che il giorno dopo sarebbe stato peggio e non mi ero sbagliato. La notte non riuscivo a dormire e non ero l'unico. Mi sono collegato alle 6 e 45 alla chat di Whatsapp che condivido con alcuni compagni ed erano tutti collegati. L'amarezza per essere arrivati a un passo dalla Champions era troppo grande".
La forza della Juve nei suoi anni è stata senza dubbio la squadra, la compattezza dentro e fuori dal campo: "Eravamo un bellissimo gruppo, abbiamo instaurato legami fortissimi, ma sono certo che se ne formerà uno altrettanto solido. E' la forza della Juventus: giocatori e allenatori passano ma la maglia e la mentalità vincente del club restano. L'addio di Tevez un pochino me lo aspettavo. Carlos aveva il grande desiderio di tornare al Boca Juniors e la Juventus è stata brava a rispettare la sua decisione. Di lui mi rimarrà sempre il ricordo di un calciatore fantastico e di una persona umilissima. Andrei al Boca con lui...". Ma sul futuro le idee sono abbastanza chiare: "Vorrei rimanere in Italia. Udinese? Mi sto guardando intorno".
Cinque anni con il 7 sulla schiena, che ora potrebbe passare su quella di un nuovo arrivato, un grande talento secondo Pepe: "Penso che Dybala prenderà il mio numero di maglia. Parliamo di un ragazzo fantastico. La Juve è un altro mondo rispetto al Palermo, però gli ho visto fare davvero giocate incredibili. Mi ricorda Montella, che è stato un attaccante straordinario".
Parla anche di un altro arrivato in attacco: "Mandzukic e Tevez hanno caratteristiche diverse, però sono accomunati dallo spirito. Anche Mandzukic è un grande lottatore e quante botte si è dato con Chiellini negli ultimi anni. E' uno che si spacca la testa e dopo due secondi riparte". E sugli altri attaccanti: "Morata ha il dna da fenomeno e da Champions: abbina tecnica, forza e velocità. Alvaro può diventare uno dei primi 5 o 6 più forti del mondo. Gli ho insegnato subito qualche parolaccia per abituarsi alle partite - scherza Pepe - come ho fatto con Pogba. Paul partiva avvantaggiato perché a Manchester ne aveva imparato da Macheda".
Cinque anni non si dimenticano, e Pepe resterà comunque legato ai bianconeri: "La Juve parte in pole per lo Scudetto e in Champions può riprovare. Se dovesse andare in finale a Milano ci sarò anche io a tifare".