Il tecnico bianconero Massimiliano Allegri, nonostante l'ottima stagione appena conclusa, pensa già al futuro e, in un'intervista rilasciata sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, spiega quali sono i suoi prossimi obiettivi in chiave sportiva e i suoi desideri di mercato. L'imperativo è proseguire sulla strada delle vittorie e dei successi. Di seguito il riassunto dell'intervista.
"Non ha paura che l'anno prossimo si possa fare soltanto peggio?"
"No, perchè la Juve può crescere ancora moltissimo. E non mi riferisco solo ai risultati sportivi. Infatti non dobbiamo pensare soltanto ai risultati, ma dobbiamo cercare di migliorare noi stessi. Ovviamente poi gli obiettivi rimangono gli stessi: scudetto, coppa italia e il sogno Champions da coltivare. Ovviamente in primis bisogna provare a vincere il 5° scudetto di fila, poi sappiamo bene che la società vuole rimanere sempre nell'elite del calcio europeo."
"Finale di Berlino: occasione persa? Quanto tempo ci vorrà affinchè si ripresenti un'opportunità del genere?"
"Se penso a Berlino prima di tutto mi viene in mente una gran bella partita, soprattutto se penso alla finale fra Manchester United e Barcellona, con gli inglesi che neanche riuscivano a superare la metà campo... Sull' 1-1 ho pensato che avremmo potuto vincere, poi è andata com'è andata..."
"Avrebbe potuto fare di più?"
"Può darsi, ma ce l'abbiamo messa tutta. Le lacrime dei giocatori a fine partita non si riferivano a quanto tempo ci vorrà prima di rigiocarsi una finale, ma al fatto che avremmo potuto davvero vincere. La squadra adesso ha una nuova consapevolezza anche in campo internazionale e sono molto orgoglioso di questa crescita"
"Parliamo di Morata..."
"Un ragazzo stupendo e un giocatore che può soltanto migliorare. Se dovessero venderlo? A quel punto spero che almeno la società incassi 70-80 milioni. Questo è il valore attuale di Morata. Credo che si debba puntare su di lui e anche su Coman, un giovane di altissimo livello, che ha bisogno ancora di un po' di tempo per esplodere."
"E se le vendono Pogba?"
"Chiaramente sarebbe una scelta societaria e non tecnica, ma a certe cifre è difficile dire di no. In ogni caso se Paul resta a Torino deve farlo con la testa giusta, con le giuste motivazioni. Ciò che abbiamo fatto in quest'ultima stagione deve essere un punto di partenza"
"Tevez rimane?"
"E' una sua scelta. Chi sceglie di restare però deve sapere che il lavoro per la prossima stagione sarà ancora più intenso: non voglio gente che si sieda sugli allori, perchè ripetersi è sempre molto difficile. Bisogna ripartire con idee forti, sarà una stagione molto delicata."
"I senatori riusciranno a mantenere nel gruppo la fame di vittorie?"
"Certamente lo zoccolo duro è importante quando in una squadra arrivano molti giocatori giovani come Rugani, Berardi o Zaza."
"Buffon è il leader indiscusso?"
"Buffon è un fuoriclasse vero, non so se e quando nascerà un altro portiere come lui. Ho avuto la fortuna di allenare tanti campioni, gente con enorme personalità, me ne dico due su tutti: Buffon e Nesta."
"Quanto sono importanti i giovani per questa Juventus?"
"I giovani sono sempre importanti. Magari non ti faranno vincere subito la Champions, però giocatori come Dybala servono a costruire un ciclo vincente. La finale è anche il frutto di un lavoro di anni. La cosa più bella di Berlino è stata l'entusiasmo dei tifosi nonostante la sconfitta, vuol dire che la mentalità sta cambiando. In ogni caso con il club siamo d'accordo: servono anche giocatori di esperienza proprio per far crescere i giovani sui quali puntiamo"
"Ha chiesto esplicitamente un numero 10? Oscar le piace?"
"E' vero, ho chiesto un "dieci" alla società. Oscar mi piace moltissimo: è uno di quelli che può fare la differenza anche a livello europeo. Mi piace Oscar, ma mi piacciono anche Isco, Di Maria, Pastore... tutti giocatori da Champions."
"E Mandzukic?"
"Non ci sono molte prime punte in circolazione per adesso. E' un buon elemento"
"Andiamo al suo rinnovo di contratto: solo una formalità?"
"Non è solo una formalità, però con la società c'è la volontà di andare avanti insieme"
"E' difficile essere l'allenatore della squadra più antipatica d'Italia?"
"No, perchè io sono simpatico. Scherzi a parte, la Juve non è antipatica, semplicemente ha vinto molto e quindi si è creata molte rivalità. Però ha milioni di tifosi nel mondo, quindi si può stare tranquilli"
"Si ipotizza un ritorno di Ibra al Milan: lei cosa pensa in generale dei ritorni?
"Penso che sono pericolosi, perchè la gente si ricorda sempre com'eri. Le aspettative rimangono alte e se le tue capacità non sono esattamente quelle di prima si crea delusione"
"Quali sono i suoi programmi per il futuro?"
"Non farsi ossessionare dai risultati, costruire qualcosa di forte, una Juve che sia sempre fra le prime d'Europa e che giochi un bel calcio. C'è da lavorare ancora tantissimo