La Juventus affronterà il Barcellona a Berlino per quella che sarà la sua ottava finale nella storia della competizione per club più prestigiosa a livello europeo e probabilmente mondiale. Incredibilmente, nonostante le sette occasioni avute a disposizione nel corso degli anni, la Juventus è riuscita solo in due occasioni a conquistare l'ambito trofeo. Un dato incredibile, che lascia ancor più stupiti se si pensa al fatto che nella maggior parte delle finali giocate i bianconeri sono partiti con il favore dei pronostici.
La Juventus giunge per la prima volta al match decisivo dell'allora Coppa dei Campioni nel 1973. Si gioca a Belgrado e l'avversario di turno è il mitico Ajax di Johan Cruijff, non esattamente la squadra più facile da affrontare. Gli olandesi hanno infatti già conquistato la coppa nel 1971 e nel 1972, distruggendo i sogni di Panathinaikos e Inter. Tuttavia, la sete di vittorie di quella che viene considerata ancora oggi una delle squadre più forti della storia del calcio non si è ancora placata, e l'Ajax riesce a trionfare anche contro i bianconeri con il risultato di 1-0, sollevando la coppa per il terzo anno consecutivo. Una sconfitta è sempre dura da digerire, soprattutto per un club come la Juventus, ma in questo caso la consapevolezza di aver affrontato una squadra a dir poco formidabile riesce in qualche modo ad alleviare la delusione.
Il primo vero disastro sportivo arriva nel maggio del 1983. La Juventus di Trapattoni deve vedersela con i tedeschi dell'Amburgo e si presenta ad Atene con il favore dei pronostici. I bianconeri sono reduci da una cavalcata trionfale, un percorso che include anche l'eliminazione dei campioni in carica dell'Aston Villa ai quarti di finale. Una squadra, quella bianconera, composta da buona parte dei reduci del mondiale del 1982 in Spagna, con l'aggiunta di un certo Platini ad aumentare vertiginosamente il valore tecnico e la qualità offensiva della Vecchia Signora. Tuttavia, la beffa per la squadra di Trapattoni arriva dopo pochi minuti, con il gol del vantaggio tedesco siglato da Felix Magath con un gran tiro da fuori area. La Juventus le prova tutte per rimettere in piedi la partita, ma l'imprecisione e una buona dose di fortuna rendono inutile il tentativo. Finisce 1-0 per i tedeschi, e la delusione per i bianconeri è enorme.
Il primo successo della Juventus arriva in quella che rimarrà nella storia come una notte maledetta e non come una festa sportiva. Parliamo infatti della tragica serata dell’Heysel del 1985 contro gli inglesi del Liverpool. La Juventus vince la sfida per 1-0 grazie ad un gol di Michel Platini, ma il trionfo perde tutta la propria importanza a fronte della tragedia umana: 39 tifosi bianconeri perdono la vita rimanendo schiacciati dal cedimento di un muro dello stadio a causa della pressione degli hooligans del Liverpool.
Ecco che la prima vera festa del popolo bianconero arriva il 22 maggio del 1996. Ci troviamo allo Stadio Olimpico di Roma e la Juventus di Marcello Lippi ritrova in finale gli olandesi dell'Ajax, campioni d'Europa in carica. E' l'occasione per una grande rivincita e i bianconeri passano subito in vantaggio grazie ad una rete di Ravanelli da posizione impossibile. Gli olandesi però non si arrendono e Jari Litmanen sigla l'1-1. Si arriva fino ai calci di rigore ed è Jugovic ad incaricarsi del tiro decisivo. Il centrocampista bianconero non sbaglia e la Juve si aggiudica la sua seconda e ultima Champions League.
La Juventus di Lippi sembra una squadra invincibile e l'anno successivo arriva in finale ancora una volta, dopo un percorso stratosferico. La finale si gioca all'Olympiastadion di Monaco e gli avversari sono i tedeschi del Borussia Dortmund, squadra rivelazione, reduci dal trionfo in semifinale contro gli inglesi del Manchester United. I bianconeri sono ancora una volta i favoriti, ma i tedeschi chiudono incredibilmente il primo tempo in vantaggio con il risultato di 2-0. Nella ripresa arriva lo splendido gol di tacco di Del Piero che illude i tifosi bianconeri, ma il Dortmund chiude definitivamente il match con la rete del 3-1 siglata da Lars Ricken.
20 maggio 1998, Amsterdam Arena. I bianconeri, sempre guidati dal tecnico toscano, arrivano alla terza finale consecutiva. Questa volta devono vedersela con il Real Madrid di Heynckes. La partita non sembra voler sbloccarsi, ma ancora una volta la sorte non è favorevole ai bianconeri, e i "blancos" passano in vantaggio grazie ad un gol in posizione sospetta di Mijatovic. E' l'ennesimo risultato di 1-0 subito in una finale di Champions dalla Juventus.
Sono passati cinque anni dalla l'ultima finale. L'anno è il 2003, alla guida della squadra c'è ancora una volta Marcello Lippi. Il percorso dei bianconeri verso la finale è ancora una volta straripante. A farne le spese prima il Barcellona e in seguito il Real Madrid dei "galacticos". Si gioca all'Old Trafford di Manchester e l'avversario è il Milan di Carlo Ancelotti. I biaconeri affrontano la partita senza lo squalificato Pavel Nedved, l'uomo più importante. La partita è molto tattica e regala poche emozioni. Si arriva ai calci di rigore e ancora una volta per bianconeri sembra non essere serata.
Dopo gli errori per i bianconeri di Trezeguet, Zalayeta e Montero, e nonostante le parate di Buffon, Shevchenko regalerà la coppa ai rossoneri. La delusione è davvero grande, soprattutto considerata la grande rivalità fra le due formazioni italiane.
Sono passati 12 anni dalla serata dell'Old Trafford e la Juventus è giunta ancora una volta all'appuntamento più importante. Questa volta si gioca a Berlino, teatro del successo della Nazionale nel mondiale di calcio del 2006. A contendere il trofeo ai bianconeri c'è lo spettacolare Barcellona di Luis Enrique, trascinato dal tridente delle meraviglie formato da Messi, Suarez e Neymar. Non si poteva incontrare avversario peggiore. I bianconeri partono da sfavoriti, ma scenderanno in campo consapevoli della propria forza e della loro compattezza. L'obiettivo è tornare a quel trionfo che manca dal 1996, cancellando le troppe delusioni accumulate durante questi diciannove anni. L'attesa è ormai giunta al termine e la Juventus di Massimiliano Allegri è pronta a scendere in campo per combattere e dimostrare il proprio valore.