Sinisa Mihajlovic è oramai il nuovo allenatore del Milan. Decisione che va contro le tendenze di una proprietà che spesso aveva usato lo slogan "il Milan ai milanisti", ed è anche avverso a tutti i credo che l'allenatore serbo aveva sbandierato ai quattro venti quando era l'allenatore del Catania e dichiarava che non avrebbe mai allenato il Milan, visti i suoi precedenti interisti.
Ebbene, qualche anno ed una cena ad Arcore dopo, l'ex difensore ha deciso di scegliere il club del presidente Berlusconi, con il quale Sinisa sembrerebbe essere andato subito d'accordo. Pane al pane, vino al vino, sebbene due caratteri non propriamente complementari: uno che vuole comandare, l'altro che non accetta di esserlo. Bene, non benissimo. Tuttavia siamo alle presentazioni o quasi, con il mancino di Vukovar che ai microfoni di Sky spiega quello che è successo da qualche giorno a questa parte.
"Non mi aspettavo di essere a cena con Berlusconi ieri sera. E' stata una cena informale, piacevole, dove ci siamo parlati e conosciuti. Non posso dire se mi piacciono o meno Galliani e Berlusconi, ne ho sempre parlato bene anche quando ero dall'altra parte. Si è mangiato bene e bevuto ancora meglio, ma vediamo cosa succede".
Un allenatore, ma soprattutto un uomo che sembra nato pronto per le grandi sfide, come lo era quella di salvare la Samp lo scorso anno o riportarla in Europa come quest'anno: "Mi sentivo pronto già l'anno scorso o due anni fa, mi sento sempre pronto. Ora non dipende da me, dipende da Galliani e Berlusconi. Questa domanda quindi dovete farla a loro. E' indubbio che il livello del calcio italiano si è abbassato molto. Quando giocavo io le cose erano molto più competitive. Non è soltanto una questione del Milan, ma di tutto il calcio italiano in generale. Si dovrà cercare di fare il meglio possibile, cercando di far valorizzare i giovani. Se dovessi essere l'allenatore del Milan potrei rispondere a questa domanda in maniera specifica".
Si torna inevitabilmente sui dissidi interni che vivrebbe Sinisa da ex interista ad allenare e sedersi sulla panchina dell'altra sponda di Milano: "Quando ero giovane e cominciavo ad allenare, andavo a dividere i nemici dagli amici. Adesso a questa età ho imparato e capito tante cose e quindi vado ad accumulare esperienze. E' una sfida che mi potrebbe piacere, è facile essere amati da quelli dove hai giocato. Ma una sfida più grande è quella dove riesci a convincere gli scettici che non ti vedono di buon occhio".
Milan nel futuro, con il Napoli che c'aveva fatto più di un pensiero, anche se Mihajlovic smentisce categoriacamente un accordo, ma conferma gli approcci di De Laurentiis: "Capisco e sto nel gioco delle parti del calcio, però una cosa è dire che una società è interessata ad un allenatore ed un'altra cosa è dire che un allenatore ha firmato per una certa squadra. Non sono cose giuste da dire, si manca di rispetto e professionalità ad una persona. Avevo un contratto con la Sampdoria, non mi è sembrato giusto dire certe cose. C'è stato qualche contatto col Napoli, ma non sono stato mai vicino".