"Finire il mio percorso torinese con la Champions in tasca sarebbe in effetti il coronamento di un sogno. Potrebbe in effetti essere il modo migliore per chiudere... Sarebbe qualcosa di incredibile".

Poche parole, come spesso accade, per Andrea Pirlo, che alla vigilia dell'andata della semifinale di Champions League contro il Real Madrid del "suo" Carletto Ancelotti, lancia un sassolino, nel mare del futuro bianconero. Il ciclo di Pirlo alla Juventus è stato glorioso, illuminante, stracolmo di successi, con quattro scudetti, e con la possibilità di arricchire la propria personalissima bacheca europea. 

Il fantasista bresciano ha poi parlato del suo futuro, lontano sicuramente dall'Italia: "La Juve sarà a prescindere la mia ultima squadra di Serie A. Gli USA? È una soluzione, ma per il momento non c’è nulla, ho in testa solo la Juve. E comunque iniziamo ad alzarla, la Champions, poi vedremo... Andrò avanti finché avrò la stessa grande voglia di allenarmi tutti i giorni".

Champions e campionato, con la Serie A messa in tasca con quattro gare d'anticipo nel momento giusto, per dare giusto risalto alla sfida contro le merengues e confluire tutte le energie mentali e nervose alla coppa dalle grandi orecchie: "Il Real è il più grande club del mondo, il più prestigioso, ma abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno. Si può fare. Dovremo essere sì accorti, ma soprattutto spavaldi. Non abbiamo niente da perdere, e allora andiamo con la testa libera a inseguire il nostro sogno. Siamo maturati parecchio in questi anni, l’esperienza internazionale è servita alla squadra in generale. Nelle tre stagioni di Conte ancora mancava qualcosa, forse non eravamo pronti, mentre quest’anno è cresciuta, strada facendo, la consapevolezza di poter dire la nostra ovunque. Facciamo un bel calcio, senza paure o timori reverenziali. Sì, con il Real ce la giocheremo alla pari, fino all’ultimo".

Juventus-Real Madrid rappresenterà per Pirlo anche il suo passato contro il presente, ovvero Ancelotti prima e Allegri poi, con il quale, nella parentesi rossonera, c'erano stati dei piccoli problemi: "È come ritrovare un padre. Mi ha cambiato la carriera, inventandomi davanti alla difesa. Abbiamo vissuto insieme momenti indimenticabili. Il nostro è un passato importante. Non ho mai avuto problemi con il mister. Quando stavo bene, ho sempre giocato, poi decisi di andare via perché cercavo nuove motivazioni, sentivo la necessità di rimettermi in gioco. Nella Juve ho trovato emozioni e obiettivi in abbondanza, è stata la scelta giusta, perfetta direi".

Da Conte ad Allegri, con il timore che con l'addio dell'allenatore pugliese si sarebbe persa la spinta e la carica per continuare a vincere: "Nessuna sorpresa per me. Quando abbiamo iniziato la stagione ci siamo guardati negli occhi, e in tutti c’era la voglia di chiarire all’esterno quanto fosse forte il nostro gruppo. Volevamo dimostrare di essere campioni veri e allo stesso tempo c’era il desiderio di dare ragione alla società anche sulla scelta del tecnico. Conte? Ognuno ha la sua opinione, io la rispetto. È stata una sua scelta. Noi speriamo di alzarla comunque".

Infine un aneddoto, su quello che sarebbe stato un trasferimento epocale al Real Madrid, quando vestiva la casacca rossonera. "È vero, nel 2006 avevo fatto già tutto col Real Madrid, mi voleva Capello. Alla fine decisi invece di rinnovare col Milan e in quella stagione vincemmo la Champions. No, sono davvero felice della mia carriera, e non mi mancano Premier o altri campionati: ho vestito le maglie dei tre più grandi club italiani".