Un messaggio, poi eliminato da una pagina Facebook, può essere premonitore. "Il futuro è dietro l'angolo, non abbiate paura di viverlo", firmato Paolo Maldini. Quel momento è arrivato, in tanti lo stavano aspettando, in primis quella tifoseria ormai stufa dell'atteggiamento in campo della squadra, ma anche di una dirigenza che non ha dato risposte. La cessione del Milan, seppur graduale e meno traumatica possibile, sta diventando realtà.
Mr. Bee ha incontrato il presidente Berlusconi dopo essersi assicurato che le intenzioni fossero tutte indirizzate verso una certa meta. L'Asia. Un nuovo orizzonte. Sviluppando un processo che, tra qualche anno, potrebbe far tirare un sospiro di sollievo anche al popolo interista. Mr. Bee ed Erick Thohir si somigliano, hanno avuto un approccio simile, nonostante le ben diverse condizioni economiche delle due squadre di Milano.
"Il marchio del Milan è il più conosciuto al mondo" afferma Berlusconi, l'ultimo graffio di una tigre stanca e ferita. La speranza è quella di rialzarsi subito. Ci si inchina al futuro. Il calcio ha preso ormai questa piega da diverso tempo, non esiste più il patron affettuso o il presidente a bordo campo in maniche di camicia. La globalizzazione, i mercati, i governi hanno influenzato un movimento che vedrà piano piano sparire la finalità sportiva, per evidenziare le necessità economiche. Chi investe vince e fattura. Chi ha sponsor e partner forti resta in piedi.
Il Milan non c'è più, questa sarà una nuova era. Anche Paolo Maldini era a Milano, nello stesso ristorante di Mr. Bee. Casualità? La gente dovrà soltanto accettare e metabolizzare il cambiamento, dopodiché Galliani & Co saranno sostituiti dai vari Smith o Philips. E la parte sportiva? Non è quella che conta in questo momento, le dinamiche da comprendere sono altre.