"Oggi tutta Udine andrà a casa contenta e speriamo possa avvenire anche martedi". Cominciamo dalla fine, dalle parole del senatore Domizzi, rientrato dopo un lungo infortunio, al triplice fischio.
Eh sì, sarà stato anche un Milan rinunciatario, privo di gioco e stimoli, ma comunque è sempre il Milan. Una squadra, quella rossonera, che avrà fatto rabbrividire anche Arrigo Sacchi, l'allenatore del Grande Milan alla fine degli anni 80, oggi presente al Friuli, ospite della Club House, per presentare il suo libro " calcio totale ".
A sorprendere è anche l'Udinese, questa volta positivamente, fin dall'annuncio della formazione, un 4-4-2 quasi forzato visto le assenze di Wague e Heurtaux in difesa e gli acciacchi di Thereau e Kone lasciati in panchina. Davanti la strana coppia Geijo - Di Natale, a centrocampo il rientro di Badu ed in difesa quello di Domizzi. Inzaghi, al fianco dell'inamovibile Menez, preferisce Suso e Pazzini a Honda e Destro, mentre a centrocampo Van Ginkel è preferito a Poli.
La partita è chiara fin dall'inizio, Udinese grintosa e motivata, Milan apatico che non riesce a costruire gioco e nemmeno ad impensierire i bianconeri.
Una vittoria meritata quella di Stramaccioni e della sua banda per caparbietà, forse anche per coscienza che sarebbe potuta essere una delle ultime possibilità per regalare una grande soddisfazione in questo campionato ai propri tifosi.
Ora quello che serve è continuità, da qui alla fine, a cominciare dal prossimo incontro, ancora casalingo, contro l'Inter.