Uno 0-0 che ha fatto storcere molti nasi quello della Juventus a Monaco, ma come ha detto mister Allegri, "la soddisfazione per l'obiettivo raggiunto va oltre la prestazione". I bianconeri sono approdati dopo 12 anni alle semifinali di Champions League grazie al pareggio in trasferta sul campo dei francesi e complica anche l'1-0 ottenuto all'andata Senza brillare troppo, causa probabilmente della tensione come sostenuto da diversi protagonisti che hanno detto la loro al termine della sfida, esprimento grande gioia per la qualificazione.

Il sorriso cucito sul volto di Buffon a fine partita vale più di mille parole: "Pensavo di dover aspettare meno per tornare in semifinale, ma visto il percorso difficile,ce lo godiamo ancora di più. Non abbiamo ancora fatto nulla, volevamo passare il turno a tutti i costi e l'occasione era troppo ghiotta, stasera c'era molta più tensione rispetto a Dortmund. L'ostacolo era più difficile, avevamo un margine di vantaggio esiguo. Ogni minimo errore l'avremmo pagato a caro prezzo". Due settimi posti e tante delusioni europee per l'unico superstite di 12 anni fa, di quella semifinale vinta con il Real Madrid: quali le differenze tra la semifinale del 2003 e questa? "Adesso siamo partiti a fari spenti, nessuno si aspettava di raggiungere un traguardo simile. Tuttavia ce lo siamo meritati, l'anno scorso avremmo potuto fare qualcosa in più e per questo c'era rammarico. Nel 2003 superammo Barcellona e Real, due anni fa siamo andati fuori col Bayern Monaco. Adesso non c'è curiosità di vedere il sorteggio. Non ci sono mine vaganti, adesso non ho preferenze su una eventuale avversaria".

L'artefice della grande stagione della Juve è però soprattutto Massimiliano Allegri, arrivato in punta di piedi e tra mille critiche: oggi in moltissimi si sono ricreduti, e i risultati ottenuti parlano per lui. "Stasera l'obiettivo era quello di raggiungere la semifinale. Non è stata una bella gara, ma contro di loro è difficile giocare. In difesa però abbiamo concesso poco o niente, tranne per qualche errore nel finale, ma credo che questa sera il risultato vada anche oltre alla prestazione. Essere tra le prime quattro d'Europa fa un certo effetto. Sono contento per i ragazzi, abbiamo fatto un buon cammino, perdendo in modo immeritato solo a Madrid ed in Grecia. Ora siamo con le tre più grandi d'Europa, sicuramente saranno partite diverse".

Ed ora c'è anche tempo per guardarsi indietro, a rivedere tutto il percorso stagionale, per poi guardare avanti di nuovo: "Quando sono arrivato c'era un malumore normale, era andato via un allenatore che ha vinto tre scudetti. Nel calcio l'unica cosa che conta sono i risultati, sono stato uno dei pochi a passare dal Milan alla Juventus. Abbiamo fatto una stagione importante, credo che questa squadra debba continuare su questa squadra perchè può ancora migliorare. Al momento sono contento e felice. Non abbiamo fatto calcoli, sapevamo che dovevamo fare gol, ma non abbiamo sfruttato alcune situazioni a campo aperto. Per il resto abbiamo concesso poco al Monaco". Anche se negli ultimi minuti anche l'allenatore è stato sovrastato dalla tensione: "Ero arrabbiato perché mancavano cinque minuti al raggiungimento dell'obiettivo. Credo che la squadra sia stata molto brava e matura. Giocare col Monaco non è semplice, fa giocar male, bisogno adattarsi ed è molto simile all'Atletico Madrid. Abbiamo sbagliato in fase d'uscita, ma negli ultimi cinque minuti abbiamo avuto alcune occasioni e anche lì non siamo stati precisi tecnicamente. La gara doveva andare così, era nella logica delle due squadre. L'obiettivo era raggiungere la semifinale".

Una obiettivo raggiunto soprattutto con la testa, la concentrazione e l'esperienza di alcuni elementi della rosa sono stati fondamentali, su tutti Patrice Evra: "Sono al primo anno alla Juve. Quando dovevo firmare, il presidente e Nedved mi hanno detto che gli obiettivi erano legati allo scudetto e alla Champions. La società voleva fare bene in Europa, per me era normale superare il girone. Ringrazio lo staff, come Allegri e Paratici, che mi hanno portato qui. Adesso punto ad aiutare la Juve con la mia esperienza. Bisogna rispettare la storia della Juve, quello che hanno fatto i grandi campioni in passato".

Il francese è arrivato in Italia ad alti livelli quest'anno dopo tanti anni: era passato anche nel Marsala e nel Monza in tempi non sospetti. "Molta gente sbaglia sul livello del calcio italiano. È differente, c'è una filosofia diversa dagli altri Paesi. Bisogna essere preparati mentalmente, non ho mai cercato scuse o alibi. Per me è stato uno shock, ma con un po' di intelligenza mi sono adattato. Non è facile giocare in Italia". E infine una battuta sul suo connazionale Pogba: "Deve stare attento nel recuperare rapidamente, ho subito anch'io quell'infortunio: bisogna avere fiducia nello staff medico. Quando giocherà dovrà essere al 100%, non al 70%".

Una Juve con un'anima forte, che dev'essere sfacciata a questo punto: Leonardo Bonucci ci crede ora che la squadra è mentalmente più libera e non ha nulla da perdere. "Che effetto fa vedere che siamo in semifinale con Bayern, Real e Barcellona? Siamo felici di aver centrato la semifinale, ma questo non deve essere un punto di arrivo. Adesso siamo tra le migliori quattro d'Europa ma nulla è precluso. Adesso dobbiamo crederci ancora di più. Stasera siamo stati aiutati anche dalla fortuna, ma non era facile giocare contro questo Monaco. Tuttavia abbiamo centrato questo obiettivo, ma desso viene il bello. Dobbiamo continuare a sognare, adesso vogliamo vincere la semifinale. L'obiettivo minimo era raggiungere i quarti, adesso ci giochiamo la parte più bella della Champions".