La Juventus ipoteca lo Scudetto. Lo fa al termine di una gara condotta per tutti i novanta minuti, più che dal punto di vista tecnico, soprattutto mentale e tattico. Una squadra pressocchè perfetta, che ha tolto alla Lazio tutti i punti di forza e riferimento. Vittoria meritata, quella di stasera, che legittima il successo finale, che oramai dista soltanto pochi punti e poche giornate.
Allegri sceglie Matri in luogo di Morata e concede riposo anche a Lichsteiner. Non risparmia i big di difesa e centrocampo, oltre al solito Tevez. Pioli toglie stranamente Candreva, preferendo Mauri sulla destra, con Klose centravanti. Manca anche Parolo (assenza che si avvertirà molto centralmente) oltre a De Vrij (quarta sconfitta su quattro senza l'olandese).
La gara inizia su buoni ritmi con la Lazio che parte bene pressando alto e correndo molto più della Juventus (anche se spesso lo farà a vuoto). I padroni di casa sono più guardinghi, sornioni, in attesa di piazzare la zampata alla prima possibilità. Ci prova dal limite Marchisio, ma il suo destro è interlocutorio e trova Marchetti pronto che para a terra. La seconda occasione risulta, invece, decisiva: la Juventus passa in vantaggio al minuto diciassette, complice un errore di allineamento della difesa della Lazio che si perde Tevez dopo due colpi di testa di Barzagli e Vidal. L'Apache non sbaglia a tu per tu con Marchetti e porta in vantaggio i bianconeri. La Juventus si mette in gestione gara e ritmo, con la Lazio invece notevolmente al di sotto di quel ritmo che le ha permesso di inanellare otto vittorie di seguito. Al minuto ventiquattro gli ospiti hanno l'occasione del pari: Chiellini sbaglia il rinvio, palla a Klose che viene chiuso miracolosamente da Bonucci in angolo. La Lazio sembra svegliarsi, ma commette un gravissimo errore che le costa caro: Bonucci trova spazio centralmente servito da Pirlo, si invola verso la porta indisturbato, i centrali biancocelesti seguono le punte e concedono il colpo a botta sicura al centrale. 2-0, partita in ghiaccio. La Lazio ci prova, caricando a testa bassa, ma non trova in Felipe Anderson l'uomo in più. Nel recupero altra occasione per la Juventus: cross di Vidal, testa di Evra e palla a lato di pochissimo.
Pioli cerca di cambiare ritmo e dare una scossa ai suoi inserendo Candreva al posto di Braafheid, ed ottiene, in parte, qualche risultato. Lazio molto più aggressiva del primo tempo, con l'ex bianconero che s'impegna nel proporre gioco ed i soliti cross dalla destra (anche se nessun compagno li riesce a sfruttare a dovere). La Juve si rintana nella propria metà campo, chiudendo perfettamente tutti gli spazi agli ospiti. Pressano i biancocelesti per cercare di riaprire la gara. Allegri toglie Matri inserendo Morata, con l'ex milanista che faticava nel far ripartire i bianconeri. Buffon si salva con una grande parata su punizione ravvicinata di Candreva, originata da un disimpegno errato di Chiellini (non l'unico, ma la gara del centrale è comunque positiva). La Juve si rivede con un lampo di Vidal, ma il destro dal limite è largo. Allegri ruota il cileno, dopo aver risparmiato Pirlo, pensando anche a mercoledì. Tevez riesce a tenere alta la squadra con le sue solite folate: da una di queste nasce, all'88, l'espulsione di Cataldi. Nel recupero l'ultima emozione è per la Lazio con Felipe Anderson, ma Buffon dice di no respingendo con i piedi i tentativi di rimonta, disperati, ed avvicinando i bianconeri allo Scudetto.