Ennesimo capitolo amaro della saga "Calcio Italiano - gli Ultras". Questa volta ad essere protagonisti sono gli i supporters della Roma, che dopo il pareggio di Torino, ed il mancato ricorso per la squalifica della Curva Sud dopo gli striscioni di Roma-Napoli, hanno attaccato il presidente Pallotta. Ci chiediamo, e se lo chiede anche Capello, perchè c'è sempre silenzio dopo le bravate degli Ultras in Italia?
Procediamo raccontando l'antefatto. "This fucking idiot gonna pay you, mother Fucker!". Questo lo striscione esposto a Trigoria dagli Ultras della Roma contro la società giallorossa. La polemica tra gli Ultras della Sud ed il presidente Pallotta non accenna a placarsi, infatti già a Torino sono stati tanti i cori contro il Presidente della Magica, reo, secondo la frangia esterma del tifo giallorosso, di non aver fatto ricorso dopo la squalifica della Curva Sud dopo l'esposizone di alcuni striscioni durante la partita Roma-Napoli (uno striscione inneggiava l'assassino di Ciro Esposito, un altro denigrava la madre del tifoso partenopeo morto prima della Finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina). Ma la cosa che crea clamore, come spesso accade in queste circostanze, è il silenzio che circonda tutto l'accaduto.
Ci pensa però Fabio Capello, l'ultimo allenatore ad aver portato i giallorossi alla conquista dello scudetto, a romperlo, accusando soprattutto i vertici del calcio italiano, rei di non intervenire mai per frenare il potere delle tifoserie organizzate: "Dovrebbe essere il punto di non ritorno per tutti. In passato in pochi avevano il coraggio di dirlo ed io ero tra questi. Non c'entra Roma, in tutti i posti accade, non vedo perché uno deve subire questo. Sono dispiaciuto che accada continuamente e che non si prendano decisioni serie".
Capello, intervenuto nella trasmissione di 'Radio Sportiva', attacca gli ultras, ricordando un episodio avvenuto durante la sua avventura alla guida della Roma: "La cosa più brutta che mi è capitata è quando dopo la sconfitta contro l'Atalanta siamo dovuti andare faccia a faccia con gli ultras della Roma, io ero contrario ma il presidente ce lo ordinò e da dipendente obbedii. Rimasi molto lontano dalla rete perché accettai malvolentieri e a parlare andò Totti". Conclude poi: "Non capisco perché dobbiamo essere giudicati da tribunali inventati da persone con la fedina penale sporca".
Ci vorrebbero forse dei personaggi come Capello ai vertici del calcio Italiano, perchè adesso è arrivato il tempo di cambiare. Come sempre in Italia, si ritarda sempre nel trovare una soluzione, e non si ha neanche il coraggio di assumersi le proprie responsaibilità, come un tempo fece la Thatcher in Inghilterra.