La Juventus di Massimiliano Allegri porta a casa il primo atto dei quarti di finale di Champions League. Lo fa al termine di una battaglia sportiva contro un Monaco gagliardo ed ostico, organizzato perfettamente tatticamente da una volpe come Jardin. Spazi intasati, chiusi perfettamente dalla squadra del Principato che ha messo non poco in imbarazzo la difesa bianconera in contropiede. Il tema tattico e l'andamento della gara sembrava sorridere agli ospiti, ma un rigore dubbio ha deciso la gara a favore dei bianconeri. Tra otto giorni il ritorno.
Le scelte - Allegri ritrova Pirlo e lo manda in campo nella consueta posizione di regista con Pereyra e Marchisio ai lati. Vidal dietro le punte che sono Tevez e Morata. Jardim sceglie il giovanissimo Martial (95) al posto di Berbatov, cercando più velocita nelle ripartenze e profondita (scelta premiata). Kondogbia e Fabinho agiscono avanti alla difesa con Moutinho leggermente avanzato. Raggi e Kurzawa sono i terzini che proteggono Carvalho e Abdennour.
Juve che parte aggressiva nei primi minuti di gara che costringe i monegaschi a chiudersi in area. Il tema tattico di Jardim é lo stesso dell'andata all'Emirates contro l'Arsenal: Moutinho prende a uomo Pirlo, costringendolo, nella prima fase di frazione a molti passaggi affrettati e molto spesso sbagliati. Il primo tiro verso lo specchio della porta é di Tevez, che é costretto spesso a svariare lontano dall'area per trovare spazio per giocare il pallone, ma Subasic si fa trovare pronto. Il 4-4-1-1 di Jardim da i suoi frutti tra il 5' ed il 15', quando riesce a ripartire bene in profondità con la velocità di Martial: il francesino va via a Bonucci proteggendo perfettamente la sfera, si porta a spasso tre bianconeri, prima di servire Carrasco tutto solo che controlla e spara su Buffon. È l'episodio che sblocca gli ospiti: Kondogbia e Fabinho chiudono benissimo centralmente e servono Moutinho tra le linee, abile nell'allargare per Carrasco sulla sinistra: il belga é una spina nel fianco destro bianconero, con Lichsteiner in costante ritardo sulle sue ripartenze.
La Juve non trova spazi nella densissima difesa francese (nove uomini dietro la linea della palla). La squadra di Allegri perde troppi palloni banali in fase di impostazione: due volte Pirlo, Bonucci e Vidal concedono facili ripartenze ai monegaschi, che però non riescono a sfruttarle a dovere. Coutinho dal limite tira soltanto a lato. Tevez é ingabbiato dalla marcatura dei difensori che lo costringono a girare a largo e partire dalla fascia o da lontano, cercando fraseggi con i centrocampisti o con Morata che resta unico punto di riferimento offensivo (spesso troppo solo).
Il Monaco s'abbassa troppo dopo una fase più intraprendente, ne approfittano i bianconeri, che arrivano alla conclusione in più occasioni, anche se peccano di precisione: Tevez attira l'attenzione dei due centrocampisti avversari, favorendo gli inserimenti di Marchisio, Pereyra e Vidal. Le conclusioni sono spesso fuori misura e poco insidiose. Se non si riesce a sfondare centralmente si prova sulle fasce: Morata apre per Lichsteiner, ma il cross dello svizzero trova un puntualissimo Abdennour (perfetto tutta la gara). Sul finire di frazione l'occasione che potrebbe sbloccare la gara dopo l'ennesimo contropiede di Martial, servito da un lancio bellissimo di Carvalho di esterno destro: Tevez, in uno dei suoi mille e più movimenti ad uscire, viene imbeccato perfettamente da Pirlo sulla trequarti, e dopo aver scrutato il movimento della difesa regala a Vidal il pallone del vantaggio. Il cileno stoppa bene, ma si coordina come peggio non potrebbe e la sfera finisce alta.
Ripresa che inizia sostanzialmente sulla falsa riga del primo tempo, con la Juve in possesso palla, spesso lento e sterile, ed i principini che si difendono diligentemente ripartendo velocemente in contropiede. I padroni di casa non trovano sbocchi, Pirlo è molto falloso nei passaggi, mentre quando si prova a passare dalle fasce, la musica non cambia, con Evra meglio di Lichsteiner, ma le discese dell'ex Manchester sono ugualmente infruttuose.
Una delle ripartenze potrebbe essere fatale quando Carrasco, migliore dei monegaschi assieme a Fabihno tuttofare ed un Kondogbia monumentale a centrocampo, spezza in due la muraglia bianconera: le linee di centrocampo e difesa sono messe male, fuori equilibrio, il belga serve Bernardo Silva (entrato da poco), che dal limite impegna uno straordinario Buffon che mette in angolo. E' la paura che precede la gioia, perchè sul capovolgimento di fronte la Juve la sblocca. Lancio per Morata che scatta tra Carvalho e Abdennour, il portoghese, ingenuamente, lo aggancia da dietro (poco prima della linea dell'area di rigore): dopo un paio di secondi di impasse, l'arbitro (non perfetto durante tutto l'arco della gara), concede il penalty ai bianconeri. Vidal riscatta l'errore del primo tempo piazzando la sfera lì dove il sole non batte, all'incrocio, preciso, perfetto: imparabile. Tra le proteste, reiterate quanto giustificate dal fallo commesso fuori area, i bianconeri scacciano l'incubo dello 0-0, e si toglono la pressione dalle spalle.
Il gioco sembra più fluido, quantomento nel possesso palla, anche se l'incisività viene spesso frustrata dalla pressione, costante ed efficace, dei blu del principato, che non mollano un centimetro, equilibrati, compatti, messi splendidamente in campo. Jardim tuttavia, non pago del risultato, decide di inserire Berbatov in luogo di Raggi, spostando il jolly Fabinho sulla destra (ruolo naturale), con Moutinho centrale assieme a Kondogbia.
La mossa da i suoi frutti, anche se Allegri sposta subito la torre Barzagli nella difesa a tre, arroccandosi nell'area, sostituendo uno stremato Pirlo: buona la prova al rientro, anche se ovviamente paga stanchezza e lucidità con una scarsa percentuale di passaggi completata. Lo spauracchio bulgaro va subito vicino al gol di testa, da calcio d'angolo: Buffon rimprovera Bonucci che lascia la marcatura al momento dell'impatto di testa, ma la sfera sfiora la traversa.
La partita s'imbruttisce, si chiude a riccio ancor più di quanto non lo sia stata nella prima frazione. La Juve gestisce meglio, con Marchisio che detta i tempi e cerca l'inesauribile Pereyra, oltre che Tevez, alle spalle della linea mediana ospite, provando a sfruttare le doti non eccelse di Moutinho in fase difensiva: Tevez trova qualche spazio in più, ma non riesce quasi mai a diventare pericoloso dalle parti di Subasic. Bernardo è scatenato dalla parte opposta: si viene a prendere palla a centrocampo e cerca, in tutti i modi, di dribblare chiunque si trovi davanti. La Juve rintana benissimo nella propria metà campo, grazie al sacrificio immenso di Vidal, Marchisio, e dei due esterni: Evra conferma la buona prestazione del primo tempo, e sventa un paio di potenziali occasioni dalla sua zona di campo fermando il pericolo Martial, che s'era spostato sulla corsia dopo l'ingresso di Berbatov.
I cambi degli ultimi minuti servono soltano a rallentare il ritmo e a far chiudere ulteriormente le squadre, che stancamente si trascinano verso il fischio finale dell'arbitro. La Juventus porta a casa una vittoria fondamentale in ottica qualificazione, con fatica e sudore. Il Monaco recrimina per la concessione del penalty, ingiusto, e per l'occasione di Carrasco nel primo tempo, che avrebbe potuto cambiare il volto al doppio confronto. Mercoledì sarà tutta un'altra gara, con i monegaschi che dovranno fare la gara e la squadra di Allegri chiudersi per poi ripartire (un pò come fu a Dormtund). La speranza è quella di esultare come un mese fa.