E' forse uno dei portieri più forti di tutti i tempi, per precocità ed anche longevità, perchè pochissimi portieri possono vantare una carriera come la sua. Parliamo di Gianluigi Buffon, il numero 1 della Juventus dal 2001. Gigi, come lo chiamano ormai tutti, ha esordito in Serie A nel 1995, quando aveva appena 17 anni, conquistandosi sin da subito la fiducia di tutti, e la ribalta dei media. In quella partita Buffon si rese protagonista di alcune parate incredibili, fermando il Milan di Capello, che, guidato da uno strepitoso Weah, vincerà poi in quella stagione il quarto scudetto in 5 anni.
Ma torniamo ai giorni nostri. Buffon ha rilasciato una lunga intervista all'Equipe, dove racconta il momento che sta vivendo alla Juve, mettendo nel mirino i Mondiali del 2018, perchè stando alle sue parole ("L’obiettivo è di arrivare a 40 anni da numero uno), non ha proprio voglia di appendere i "guantoni al chiodo".
"Finché mantengo questa forma fisica e mentale non c’è ragione di mollare", arriva subito al dunque il numero uno della Juventus, che non ha nessuna intenzione di lasciare la porta bianconera: "Non ho intenzione di fare il secondo, l’obiettivo è di arrivare a 40 anni da numero uno, poi me ne farò una ragione e smetterò". Buffon, ripercorrendo anche un momento non proprio positivo, spiega come un portiere non deve lasciarsi mai andare troppo all'entusiasmo, e rimanere sempre con i piedi ben saldi al terreno: "In questo mestiere devi sempre fare attenzione a non crederti infallibile. Capitò contro il Bayern. Tre giorni prima avevo fatto una grande partita contro l’Inter e fui subito punito. Devi essere felice di te stesso solo quando hai finito la tua carriera. Solo allora puoi fare un bilancio e dirti che sei stato bravo".
E Buffon pensa anche ai prossimo Mondiali: "Sfortunatamente ho dovuto ammettere l’evidenza: non sono eterno. Ma voglio vivere senza rimorsi fino in fondo. Comunque al Mondiale in Russia ci penso". Quindi non dovrebbe essere l'Europeo di Francia 2016 la sua ultima grande competizione con la maglia dell'Italia, tuttavia il capitano della nazionale riconosce in Sirigu il suo naturale erede: "E’ un grande portiere, ma non penso che ce l’abbia con me perché non gli lascio ancora il posto. Con i dieci anni di differenza che abbiamo è difficile sentirci in concorrenza, mi sentirei ridicolo. Anzi ci scherziamo su. Sono felice di giocare in nazionale, ma il giorno in cui toccherà a lui sarò contento lo stesso". Ma il sogno nel cassetto resta pur sempre la Champions League, unico grande trofeo a mancare nel palamares del portierone della Juventus: "Non mi stupirei se riuscissi a vincerlo con questa squadra. Sono un incorreggibile ottimista, credo sarebbe incredibile ma non impossibile. Ci sono due o tre squadre superiori alla Juventus, ma non si sa mai".
Infine Buffon prova ad inquadrare il Monaco, avversario che domani sfiderà per il passaggio alle semifinali di Champions, per poi soffermarsi sulla mancata esperienza all'estero: "Il Monaco è una squadra imprevedibile, non si capisce che bestia sia. Non sono ai quarti per caso. Mi sarebbe piaciuto giocare in Premier League, vivere l’emozione di quegli stadi pieni, la loro cultura fatta di fair-play e grande sportività".