Il cuscinetto su cui si adagia la Juventus è morbido, soffice, consistente. 11 punti, la Roma non compare all'orizzonte e da tempo è immersa in altri pensieri. Nella Capitale, la Juventus è argomento tabù, quel che conta accade alle spalle, perché il virus più temibile alberga proprio in città, sulla sponda opposta, quella biancoceleste. Meglio concentrarsi su chi rinviene col vento in poppa e lasciar perdere sogni proibiti, prontamente spezzati dalla lucida concretezza di chi comanda.
Allegri guarda in casa Juventus e può sorridere, perché la squadra anche senza entusiasmare vince e questa è caratteristica delle grandi. Le stelle risolvono le notti più oscure, l'eleganza con cui Pogba addormenta il Sassuolo è il segnale lampante di un talento superiore. Lo Scudetto, il quarto consecutivo, è in cassaforte, se non per i numeri, per l'aritmetica, lo è per la realtà dei fatti, nessuno può scalfire il dominio bianconero.
L'attenzione è quindi rivolta alla notte di Coppa, a Dortmund occorre difendere il gol di vantaggio strappato allo Stadium, forze fresche, carattere, testa, cuore, una notte d'Europa insomma. Prima il Palermo e un inevitabile turnover. Solo pochi effettivi presenti al doppio impegno, per il resto rivoluzione. Buffon, Marchisio, Vidal, tre punti fermi che Allegri propone in campionato e in Germania, per il resto otto avvicendamenti.
In difesa, partita importante, con i rosanero, per Barzagli, chiamato a mostrare una condizione soddisfacente. Al suo fianco Ogbonna, sugli esterni Padoin e De Ceglie. Con Marchisio e Vidal, nel mezzo, spazio a Sturaro e Pereyra, davanti Llorente e Matri.
Di fronte a Klopp, retroguardia titolare, con Bonucci e Chiellini al centro, Lichtsteiner e destra e Evra a sinistra, quadrilatero magico in mediana. Pirlo in regia, dopo l'infortunio, Marchisio e Pogba mezzali, Vidal alle spalle del duo Tevez - Morata.
Fonte Gazzetta dello Sport