Calcio poco, calci tanti. Un copione classico del Derby della Lanterna, una regola a cui nemmeno la partita di stasera sembra sfuggire. Gioco duro e contrasti in gran quantità sono il leit motiv di una partita che, per sbloccarsi, aveva bisogno di un acuto isolato. Ad esempio quello di Manolo Gabbiadini, che a un quarto d'ora esatto dalla doccia, gela lo stadio tinto di rossoblù con un sinistro magico da calcio piazzato. Una traiettoria beffarda che manda in tilt la difesa genoana e fa esplodere di gioia la gradinata sud. La Samp si issa al terzo posto e rimane, assieme a Juventus e Roma, l'unica squadra ancora immacolata dalle sconfitte.
Pressing e falli - Serata impegnativa per l'arbitro Damato, al suo primo derby in carriera. La battaglia, soprattutto in mezzo al campo, infuria fin dai primi secondi di gioco. Tantissimi i falli messi a referto dal direttore di gara. Decisamente meno invece le occasioni da gol, che nascono solo da tiri da lontano - invero assai velleitari - o da palle ferme. Ma nulla che possa spaventare i due portieri. Nel frattempo si segnalano da una parte Perotti, che furoreggia in mezzo alla difesa blucerchiata creando qualche pensiero alla retroguardia doriana, e dall'altra Romagnoli. Il talentuoso difensore della Roma, malgrado la giovanissima età, ha classe e personalità in abbondanza e non sembra soffrire la pressione del suo primo Derby in una città che, storicamente, sente questa partita come poche altre. Ma a parte queste annotazioni, la prima frazione di gioco regala poco ai puristi del Gioco, sebbe l'intensità messa in campo dai 22 protagonisti è tale che il match non si possa definire soporifero.
Guida laser - Nel secondo tempo la musica cambia un po'. Il Genoa parte a tavoletta, ed è Rincon a provare la soluzione vincente, ma il suo tiro si spegne a lato. Allo scoccare dell'ora è Perotti che prova la conclusione con una sassata da fuori area, ma anche questo tentativo non è premiato dal successo sperato. Gasperini capisce che è arrivato il momento di osare, per provare a vincere la partita. Il pubblico, caldissimo come al solito, spinge i rossoblù alla ricerca del gol vittoria. Entra Matri, al posto di Kucka. L'attaccante ex Milan ci mette poco a ricevere il benvenuto nel derby di Genova sotto forma di calcione, e a diventare l'obiettivo numero uno dei centrocampisti blucerchiati. Dall'altra parte è Okaka a dananrsi l'anima e fare a sportellate coi rocciosi difensori genoani. Ma, in fin dei conti, le idee là davanti sono davvero poche. Ed ecco allora l'episodio che cambia la partita: Gabbiadini si incarica di battere una punizione dalla destra da posizione defilata, la cui traiettoria sembra teleguidata verso la porta. La difesa genoana va in tilt e la frittata è fatta.
Assedio finale - Da quel momento inizia una nuova partita. Il Genoa carica a testa bassa alla ricerca del pareggio, la Samp punta a difendere in ogni modo il preziosissimo vantaggio. Al minuto 86 è Pinilla a incornare verso Viviano, ma il portiere blucerchiato salva con riflesso felino e manda in corner. E' l'ultima vera occasione della partita, che si chiude con la festa della Gradinata Sud e del presidente Ferrero, scatenato in tribuna. Se la ride anche Sinisa Mihajlovic, vecchio cuore blucerchiato, alla sua seconda vittoria di fila in una stracittadina. Per la Samp c'è il terzo posto e il proseguimento dell'imbattibilità stagionale. E la sponda blucerchiata di Genova torna a respirare (tenuto comunque conto del fatto che si è a inizio stagione) l'aria dell'alta classifca dopo stagioni tormentate.