Un gol di Tevez, decisivo. Una vittoria dal sapore dolce, amico. Non una rivincita, tre punti diversi, questo sì. Allegri festeggia, senza strafare, come di consueto. Ai microfoni una lucida analisi di una partita gestita con intelligenza, con la Juve costretta a cercare spazi nel pressing rossonero. A condurre il gioco gli ospiti, con i padroni di casa pronti a ripartire, grazie a un tridente rapido, capace di non fornire riferimenti "Credo sia stata una buona partita, i ragazzi hanno avuto una buona gestione della palla abbiamo creato delle occasioni da gol, e rischiato in un paio di contropiede. Una partita gestita bene, anche se alcune occasioni potevamo sfruttarle meglio. Di strada ce n'è da fare, ma intanto a livello di gestione della palla dopo il gol i ragazzi sono stati bravi, nel giocare e gestire il pressing da parte del Milan".
"Per me non era una partita normale dopo tre anni e mezzo al Milan con cui ho condiviso vittorie ed emozioni. Sarei un ipocrita a dire il contrario, ma ora sono l'allenatore della Juventus, nonostante i bei ricordi al Milan, con cui ho vinto lo scudetto al primo tentativo. Nessuna rivincita, per me è stato un passaggio importante della carriera, sono grato per quello che mi ha dato questa società. Ma ora devo pensare a vincere con la Juventus, che non è assolutamente una cosa facile. Mi ritengo fortunato, e orgoglioso di allenare questa squadra".
Il cruccio è Pogba, elegante, a tratti dominante, eppur talvolta troppo lezioso, conscio di un potenziale diverso e soggetto a momenti di autocelebrazione. Il francese, pronto a sbocciare, deve limare la pericolosa tendenza a strafare, a cercare sempre il colpo ad effetto "Io mi arrabbio moltissimo con Pogba ha tantissime potenzialità, e la maggior parte non ancora espresse. Ha uno strapotere fisico e tecnico impressionante".