Voleva una squadra "umile, cattiva ed orgogliosa". Antonio Conte è un uomo di poche parole, ma tanti fatti. E se il buongiorno si vede dal mattino, i suoi ragazzi hanno già assimilato il credo del neo ct della nazionale. Buona la prima per Conte. Buonissimo, l'inizio, frutto della sfuriata azzurra, che pressa gli olandesi in ogni centimetro d'erba. Li vanno a predere ovunque, ed i risultati si vedono dopo i primi minuti. 2-0 e partita in ghiaccio. La squadra assomiglia già tanto alla Juve di Conte. Stretta, molto corta tra i reparti dopo il vantaggio, con i centrocampisti che pressano su chiunque porti palla. Le ripartenze sono altrettanto veloci e l'intesa tra i due baby attaccanti schierati, è naturale, quasi giocassero assieme da anni. Ripresa in completa gestione dei ritmi senza patemi d'animo, poche occasioni da gol e tanta stanchezza. Bastano dieci minuti per chiudere la pratica Hiddink.
"Al di là del risultato, mi interessava vedere la risposta dei ragazzi. Dal punto di vista dell'impegno, del gioco, e dell'idea che vogliamo portare avanti. Il percorso è lungo e difficile da portare avanti, ma i ragazzi sono ben disposti al sacrificio ed al lavoro, un buon segno. Abbiamo intrapreso un buon percorso, nonostante soltanto sei allenamenti. L'idea di gioco ed i principi tattici li abbiamo inseriti, ed è un buon segnale per il futuro. Vogliamo creare un buon mix tra giovani e più esperti. In prospettiva Oslo dobbiamo lavorare, la Norvegia ha dimostrato di essere una squadra ostica. Vincere aiuta a vincere, questo è quello che conta" le prime parole del mister a fine gara.
La ripresa è più equilibrata e le occasioni da gol si susseguono da una parte e dall’altra. Van Persie e Senijder impegnano Sirigu da una parte, mentre Zaza e Bonucci dalla distanza rispondono dalla parte opposta. Inizia la girandola delle sostituzioni che permette all’allenatore azzurro di testare anche la squadra che martedì sfiderà la Norvegia nella prima partita di qualificazione verso l’Europeo del 2016. Verratti prende il posto di Marchisio, che sarà squalificato, prendendosi l’onere di gestire i ritmi della gara. Inevitabilmente le squadre calano alla distanza, con la stanchezza e la poca lucidità che la fanno da padrone. L'unico a non risentire della stanchezza è ancora l'allenatore azzurro che pretende, sempre, il massimo dai suoi uomini. In questo caso i rimproveri sono per la difesa, rea di peccare di semplicità e di portare troppo il pallone in avanti, e per Parolo, che non interpreta al meglio le due fasi, proponendosi poco e coprendo meno. La partita scivola via senza emozioni verso il fischio finale, gli azzurri continuano a premere alla ricerca del terzo gol, mantenendo sempre il controllo della gara e del possesso palla. Conte può essere soddisfatto, ma conoscendolo, cercherà sempre di migliorare e perfezionare una Nazionale già a sua immagine e somiglianza.