L'emozione del debutto, nella sua Bari. Antonio Conte sente profumo d'Italia, inebriato dai dolci ricordi del Sud. Prova a scuotersi dalle pressioni della vigilia in una terra che un tempo fu sua, per panchina e per successi. Da Bari a Torino, con approdo a Coverciano. La parabola di Antonio riparte e palpabile è la tensione della prima volta. Un'amichevole di lusso, contro la terza forza al Mondo, l'Olanda, non più di Van Gaal, ora di Hiddink. Un guru della panchina opposto al predestinato Antonio.

Diverse Italia e Olanda, molto diverse da quelle "ammirate" in Brasile. Il Mondiale è il passato, da dimenticare o da prendere ad esempio. Fiorisce il nuovo corso azzurro, sotto precetti differenti. Conte vara l'Italia del rilancio, affidandosi a antiche certezze. 3-5-2 in primis, poi un blocco fidato, profondo conoscitore dei diktat del tecnico. Si parte dallo stile Juve, per approdare al modello Italia. Un mix di esperienza e freschezza, storia e improvvisazione. Si parte senza Mario, con Immobile. Ciro è il simbolo dell'Italia che espatria per trovare campo e successi. Lui e Cerci, eroi a Torino, ora calati nelle ricche realtà di Germania e Spagna.

Conte non riposa, lo ammette in conferenza. Troppi pensieri, alla vigilia. Pensa all'undici titolare e prepara sorprese e cambi. El Shaarawy non è al meglio. La caviglia, malconcia dopo la gara con la Lazio, crea fastidi al rinato faraone. E allora probabile spazio a Zaza, che da Sassuolo reclama la ribalta internazionale. In mezzo al campo cinque uomini di fiducia. Corsa e tecnica sulle corsie, con De Sciglio e Candreva. La certezza De Rossi, la duttilità di Marchisio e Parolo. Emergenza in difesa. Nella linea a tre solo Bonucci tra gli ipotetici titolari di Conte. Senza Barzagli e Chiellini, occasione di rilancio per Ranocchia, corteggiato dal tecnico ai tempi della Juve. Spazio anche per Astori, giunto quest'anno alla definitiva consacrazione con l'approdo a Roma.

Un'Italia orfana di Pirlo e probabilmente con Verratti in campo solo nella ripresa. Sei i cambi a disposizione, e in vista della sfida valida per il prossimo europeo di martedì, contro la norvegia, difficile che Conte non sfrutti ogni possibilità. L'Olanda di Hiddink non presenta Robben e si affida a Sneijder. Lui è il collante con l'Italia del passato. Lui che ha visto la luce a Milano, sponda Inter, e ora in Turchia ascolta i consigli di Prandelli, che dell'Italia è stato mentore e guida, fino al fatal Mondiale. Davanti l'eterno Kuyt e il temibile Van Persie.

Nel reparto arretrato di Guus il laziale De Vrij e il gigante Martins Indi. Attaccati in velocità palesano limiti importanti. Blind proposto a sinistra e non in mediana. Hiddink e il ritorno al 4-3-3 "Ci vuole coraggio, siamo pronti e siamo abituati a giocare così. E poi Kuyt può dare una mano a centrocampo, l’età non conta. Ma ovviamente sfrutteremo le esperienze fatte al Mondiale. C’è una nuova giovane generazione di giocatori olandesi che mi ha dato la voglia di ricominciare con questo lavoro, che avevo lasciato tanti anni fa". Poi l'elogio a Conte "Lo conoscevo come giocatore di temperamento, e so che da tecnico è un vincente e ha un modo di far giocare le squadre molto "energetic"".

Le probabili formazioni: