Mister Antonio Conte. E' lui l'immagine della Juve vincente, è lui la juventinità in carne e ossa, è lui che ha guidato la sua Signora a vincere tre scudetti di fila dal nulla dopo due settimi posti. E' lui, e soltanto dalla sua grinta e dal sua carattere, che la Juve poteva ripartire per tornare più forte di prima. Eppure, ormai all'epilogo, dopo la festa scudetto di ieri e di oggi, ben prima di alzare l'ennesimo trofeo, Antonio Conte ai microfoni di Sky, questa sera ha lasciato e lascia tuttora il popolo bianconero con il fiato sospeso, restando molto vago sul suo futuro, non prima però di ribadire, ancora una volta, la grande soddisfazione per l'ennesimo trionfo bianconero. “Se devo dare una definizione per questo scudetto credo che l'aggettivo giusto sia storico – spiega il tecnico juventino – ricostruire dopo due settimi posti e fare un percorso come il nostro non è stato facile e merita per questo un aggettivo di questo tipo”.

La faccia diventa più cupa alla domanda sul suo futuro. “Sono sempre stato juventino, questa è la mia casa, la mia famiglia. Anche quando ero ad allenare in giro per l'Italia sono sempre stato bianconero dentro. Ora però viene il momento di fare valutazioni molto attente, dovremo parlare a bocce ferme con il presidente e il direttore con i quali ho un rapporto fantastico, di amicizia”.

“Sono stati tre anni molto dispendiosi, ,molto carichi e intensi di cui devo ringraziare i miei giocatori – continua Conte – penso che la più grossa soddisfazione da parte mia è essere riuscito a trasmettere una mentalità vincente”.