Arriva sempre un punto in cui bisogna fermarsi e pensare. E arriva sempre il momento in cui si traccia un bilancio delle proprie esperienze. Che sia ll'inizio, in mezzo o alla fine di una grande avventura poco importa. Perché quando si ha il bisogna di fermarsi, rivivere e raccontare quello che si è vissuto non c'è mai nulla di sbagliato. E quel momento è arrivato per Rudi Garcia. Anche se il campionato non è ancora finito e siamo solo al giro di boa della Serie A, il tecnico originario di Nemours ha deciso di far uscire la sua autobiografia.
Il 20 febbraio compirà 50 anni, e volente o nolente, si deve tracciare un bilancio di quello che si è fatto. E lo fa in Francia, dove uscirà la sua autobiografia edita da Hugo&Champ. Il titolo la dice lunga:"Tutte le strade portano a Roma". Le strade sono quelle che l'allenatore francese ha percorso in prima persona da quando ha scoperto il calcio fino a quelle che lo hanno portato a Roma. Quelle che ha calcato sempre fedele ai suoi pricipi e ai suoi valori, con il sudore e la tenacia di chi nasce combattente. Fino ai rituali prima di ogni partita, come quello di chiamare la mamma.
La fine
Si comincia dalla fine, si inizia da Garcia giallorosso. Precisamente, il 3 giugno a Milano dove si incontra con Walter Sabatini, dove l'inizio non è dei più confortanti:"Non sarà lei mister, a firmare questo contratto". Inizia così il rapporto tra Garcia e la Roma. Poi il testa tra lui e Laurent Blanc, fino alla tanto agognata panchina. Tra i due c'è subito un feeling particolare, che a volte raggiunge anche toni accesi, come quando Rudi alza la voce per imporre i suoi due più stretti e fidati collaboratori, Fichaux e Bompard.
Quando viene presentato alla stampa per la prima volta, non è ancora sotto contratto, una macchia sull'organizzazione giallorossa, o come lui la definisce:"Lentezza amministrativa non degna di un grande club". La firma arriva solo dopo quando il tecnico minaccia di andarsene dopo che fu già presentato ai media.
Il contratto
Il patto segreto era già stato stipulato a New York, con james Pallotta, dopo gli incontri alla Raptor, raggiunta "come nei film di spionaggio", nel tentativo di sfuggire agli occhi indiscreti di giornalisti e telecameredei mass-media. Descrive il Presidente Pallotta come un uomo "sorridente, caloroso e paterno". Fino all'investitura che apre il regno di Rudi Garcia, "Sarai il Ferguson della Roma". Quindi in auto verso il ristorante di famiglia, il Nebo, poi una bottiglia di vino pregiato, della cantina personale del signor Pallotta, e la firma sul contratto di due anni, più altri due.
Capitolo mercato
"Non voglio nessun acquisto senza il mio consenso". Chiaro che più chiaro di così non si potrebbe essere. Al suo arrivo trova già Benatia, poi arrivano Maicon, De Sanctis, Strootman. Quest'ultimo prima di firmare il suo contratto con la Roma chiede delle informazioni tattiche. Poi la scelta cruciale del mercato giallorosso. Bisogna privarsi di un giocatore tra Pjanic e Lamela. Rudi, uomo di ferro e tutto d'un pezzo, non ci pensa su due volte. Via Lamela,"Sabatini teneva all'argentino ma lasciò a me la scelta finale". Scelta benedetta se si guarda al presente dei due calciatori. Pjanic che dopo il match di Coppa Italia è stato blinato dallo stesso Garcia che ha affermato:"Ci sarà utile anche dopo il 2015".
La nascita del gruppo
Alla fine del ritiro di Riscone di Brunico, Totti organizza la cena di gruppo in un rifugio. Il capitano giallorosso porta tutta la squadra a cena dal suo amico Chef Marco. Quella sera l'allenatore giallorosso farà allo chef della squadra, la rivelazione più importante dell'inizio del suo percorso:" Stasera siamo una squadra".
La realtà italiana
L'impatto con la realta del campionato deludente è difficile e molto dura. La prima partita si gioca al Picchi di Livorno, uno stadio dove" manca anche il tabellone", ma anche a casa nostra non si shcerza. Trigoria"ha strutture vecchie, superate". Così monsiuer Garcia cambia tutto. La sala delle riunioni diventa l'ufficio dei suoi collaboratori, la sala da pranzo si trasforma in sala video. Vengono installate tv in palestra per visionare i movimenti degli avversari, vengono ridipinti i muri e vengono scritti i nomi dei giocatori sugli armadietti e sulle borracce, dentro al"rustico spogliatoio di Trigoria". Dove però, c'è il Sancta Sanctorum. Il santuario del numero 10. Foto, libri, maglie, autografi, tutti del capitano giallorosso Francesco Totti.
Il rapporto con il Capitano
L'ufficio di Vito Scala è il museo del "Re di Roma". Così il primo sms è per Francesco Totti. "Buongiorno Francesco. Come sapete sono il nuovo allenatore della Roma. Parlerò con ognuno di voi al vostro ritorno. Parleremo per giocare bene e vincere titoli. Forza Roma!". La risposta del capitano non si fa attendere:" Io sono in vacanza in America e ho saputo la notizia tramite internet, intanto le do il benvenuto a Roma, sperando di riuscire a vincere e ottenere titoli... a presto !". Nasce così un rapport con un giocatore "dalla tempra di Maradona o Platini".
Il passato
A Deauville dove passava le giornate con gli amici di sempre, gli piaceva ridere, scherzare, suonare la chitarra e recitare vecchi brani o scketch del teatro di famiglia. Il sogno di Rudi Garcia bambino era quello di diventare veterinario. La realtà è che già da bambino viveva di sport. Il Judo e l'atletica soprattutto. Ma il virus, come lo definisce lui stesso, glielo trasmise il papà. Direttore sportivo di Corbeil, e allenatore della squadra locale. Ma il primo ricordo legato al mondo del calcio "non è un gol, una partita, un giocatore o un'azione, nè uno stadio o una squadra, ma un odore". Quello della canfora, che viene usato per scaldare i muscoli. Una pozione " come quella di Obelix".
Infine, la mamma...
Quell'odore Rudi il bambino lo respirò a 8 anni, e se lo porta ancora dentro come se fosse ancora la prima volta. E lo ha ritrovato qui a Roma, dov si augura di "vincere titoli e per primo lo scudetto. Anche se non è programmato per subito, noi non ci tiriamo indietro. Stordiremo gli avversari con il turbine dei nostri sogni". Aspettando l'11maggio, la sfida contro la Juventus, "sperando che sia decisiva per noi e per loro". E' la determinazione che lo ha caratterizzato da quando era piccolo, da quando copriva la sua sorellina che usciva di casa e lui faceva di tutto per proteggerla. O quando al subbuteo ripeteva le gesta del suo Saint-Etienne. Un bel giorno ebbe la pazza idea di inchiodarlo al tavolo da pranzo, facendo infuriare mamma Raymonde. Che Garcia prima di parlare con Corbeil che gli speiga i movimenti dei suoi avversari, la chiama al telefono. Prima di ogni partita Rudi chiama mamma Raymonde, che dall'altra parte del telefono gli sussurra "ho acceso una candela per te, vedrai ti porterà fortuna...".