Scambio Vucinic – Guarin sì o no. La telenovela che ha tenuto col fiato sospeso il calciomercato italiano per più di ventiquattro ore si è conclusa con un nulla di fatto. A dare l’ufficialità della trattativa saltata è lo stesso sito dell’Inter, dove si afferma che “il Presidente Thohir, dopo essersi confrontato con il dott. Massimo Moratti, suo figlio Angelomario e con i dirigenti della Società, ha ritenuto che non sussistessero le condizioni, tecniche ed economiche, per il raggiungimento dell'accordo”. Insomma, un dietro front che lascia tutti scontenti: il colombiano Fredy Guarin ha dichiarato più di una volta di voler lasciare Milano alla volta di Torino, mentre Mirko Vucinic avrebbe cambiato volentieri maglia pur di riconquistare un posto da titolare.
RETROSCENA SOCIETA’ – Nella serata di lunedì, dopo un pomeriggio speso a decidere i dettagli dello scambio, Beppe Marotta aveva lasciato la sede dell’Inter annunciando maggiori notizie nella mattinata di martedì. Con il consenso dei giocatori, la trattativa sembrava in discesa: scambio tra i due e conguaglio dimezzato rispetto a quanto chiesto da Branca. Al mattino, la trattativa è ripresa in un hotel milanese con i dirigenti juventini, Lucci, l’agente di Vucinic, e il procuratore di Guarin. Il montenegrino aveva già tenuto le visite mediche a Pavia lunedì sera e aveva espresso soddisfazione per il passaggio all’Inter. Insomma, mancava solo l’ufficialità, tant’e che Marotta e Paratici hanno raggiunto la squadra, che stasera è impegnata a Roma per i quarti di Coppa Italia, mentre a Milano rimangono Vucinic e il suo procuratore Luci che, dopo pranzo, fa trapelare parole di possibile trattativa fallita. E infatti, tra le 15 e le 17, si crea un cerchio che difficilmente si chiuderà: i procuratori rimandano alle due società la parola finale, i giocatori entusiasti dello scambio di maglia e i tifosi dell’Inter che cominciano a protestare contro il club. Così, solo a pomeriggio inoltrato, dopo un tira e molla durato più di una giornata, si viene a sapere che lo stesso Guarin ha chiesto a Moratti di intercedere per il suo passaggio. Ma neanche le parole dell’ex presidente interista son servite a far cambiare idea all’unica persona che può oggi decidere le sorti del mercato nerazzurro. E così, intorno alle 17, arriva il comunicato dell’Inter FC che fa sapere che la trattativa è saltata, non ci sarà nessuno scambio tra Juventus e Inter, mentre i due giocatori potranno tornare nei rispettivi ritiri.
JUVENTUS – A Torino non è rimasto nessuno. Conte e la squadra sono volati ieri nella capitale dove scenderanno in campo contro la Roma di Garcia. In palio c’è un quarto da giocare, per conquistare la semifinale della coppa TIM. Ed è anche alla luce di questa sfida che la Juventus ha pubblicato un brevissimo comunicato affermando che “Juventus Football Club non commenta il comunicato dell'Internazionale F.C. La società è concentrata sulla gara di Coppa Italia TIM e procederà alla valutazione e alla spiegazione dello sconcertante accaduto.” Per ora testa al campo, mentre sull’incredibile vicenda si prenderà atto solo allo scadere dei 90 minuti.
RETROSCENA ULTRAS – A tenere banco, non sono stati solo dirigenti e giocatori. Da quando infatti si è sparsa la voce della trattativa, i tifosi nerazzurri sono intervenuti dichiarando di non gradire nessuna cessione alla Juventus. E così prima i comunicati sul sito ufficiale e poi, dopo la fine della riunione di ieri sera, son tornati oggi alla carica e, secondo fonti giornalistiche, alcuni sarebbero entrati negli uffici dell’Inter prima di dare appuntamento agli altri tifosi sotto la sede di Milano nel pomeriggio. In tanti sotto arrivati sotto l’hotel della trattativa, dove a sorpresa hanno anche incrociato Massimo Moratti.
Per ora pare che ad avere la meglio, almeno sulla carta, siano stati proprio loro. In sostanza, pero', Guarin avrebbe dichiarato che non si allenerà con i suoi compagni e quindi non scenderà in campo. Per ora ne’ vincitori ne’ vinti, mentre un’altra frattura tra giocatori e tifoseria si è creata in casa Inter. In molti ricorderanno la vicenda Sneijder, ma in pochi pare ne abbiano tratto una lezione.