La panchina del Livorno, come è noto da domenica anche se l'ufficialità è arrivata nella mattinata di lunedì, ha cambiato inquilino. Non più Davide Nicola, l'allenatore piemontese che l'anno scorso aveva sapientemente guidato la formazione amaranto ad una promozione sofferta e difficile, bensì Attilio Perotti.

Perotti si può tranquillamente definire un ex allenatore, come lui stesso ama ripetere, in quanto ha da tempo intrapreso la carriera dirigenziale: non a caso è il Direttore dell'area tecnica proprio della società livornese. Compone, insieme a Spinelli e Capozzucca, la triade che guida i labronici a livello societario. Il neo allenatore amaranto non è però nuovo a queste "discese" in panchina: anche alla fine della stagione 2011-2012, quando già era un dirigente del Livorno, il presidente Spinelli gli affidò l'incarico di dirigere la squadra verso la salvezza nel campionato cadetto. Era una stagione certo particolare, quella: Livorno, la società, la squadra erano affranti per la tragica morte di Piermario Morosini, avvenuta in campo nella partita contro il Pescara, e la classifica ne risentì terribilmente. Tanto che, come detto, Perotti per le ultime 5 giornate sostituì Armando Madonna.

La situazione, quest'anno, è fortunatamente molto diversa: il Livorno sta giocando la serie A, anche se con scarsi risultati ed evidenti difficoltà. Ma queste difficoltà sono solo in campo? Attilio Perotti aveva più volte ripetuto che non si sarebbe più seduto su una panchina e secondo quanto lui stesso afferma, lo ha ribadito al presidente anche nelle "consultazioni" avvenute tra domenica e lunedì. C'è dell'altro. In uno degli (innumerevoli) sfoghi post sconfitta, dopo essere stato duramente contestato dalla tifoseria, il patron Spinelli aveva sbottato accusando i suoi dirigenti (Capozzucca e Perotti) di aver fallito la campagna acquisti estiva e di non aver adeguatamente rinforzato la squadra. Qualche settimana dopo però, l'imprenditore genovese si è dovuto nuovamente rivolgere a Perotti: la soluzione interna era l'unica presa in considerazione per esigenze di bilancio, ovvero l'impossibilità di pagare due allenatori.

La decisione per Perotti, però, non è stata semplice: ancora ieri durante la conferenza stampa di presentazione ufficiale, un gruppo di tifosi amaranto ha duramente contestato la scelta di Spinelli di esonerare Nicola e la scelta di Perotti di accettare l'incarico; il neo allenatore ha così avuto dei momenti di tentennamento che lo hanno portato vicino alla rinuncia. Decisione che è arrivata questa mattina con la conferma che Perotti avrebbe diretto il primo allenamento della squadra toscana; la tensione rimane alta e la confusione non sembra essersi diradata.

Spinelli appare stufo di una città che lo ha molto osannato e che negli ultimi anni lo ha molto contestato. Oramai ripete circa una volta il mese di voler mollare la società alla fine della stagione, ma puntualmente questo non accade. Dice sempre più spesso di non avere più stimoli e di non voler più spendere tanti soldi per il Livorno calcio; ecco che infatti pare abbastanza chiaro che il Livorno opererà molto in questa sessione di mercato, ma quasi esclusivamente in uscita.  L'esterno Schiattarella (dopo la definitiva uscita di Nicola, ndr) ha accettato le avances dello Spezia. L'attaccante Paulinho vorrebbe rimanere, ma tutti sono consapevoli che il brasiliano è l'uomo-mercato da cui Spinelli potrebbe ricavare un bel gruzzoletto; ma comunque sono molti altri i giocatori che, secondo le parole di Capozzucca, hanno espressamente chiesto di essere ceduti.

Il futuro appare molto incerto e il timore della tifoseria è quello di uno smantellamento della squadra a prezzo di saldo per "cessazione dell'attività". Il caos che precede la fine dell'impero Spinelli o il solito sfogo di un presidente vulcanico?