44 punti al termine del girone d’andata la Roma, nella sua ormai più che ottuagenaria esistenza, non li aveva mai fatti. Spalletti si era fermato a quota 42 sia nel 2006/2007 che nel 2007/2008, così come Capello nel 2003/2004 pur se con due partite in meno visto che la serie A era ancora a 18 squadre (bei tempi!).
CAMMINO SUPER - I numeri parlano chiaro. Nonostante il livello medio del campionato sia certamente più basso rispetto agli anni scorsi, quello che stanno facendo gli uomini di Garcia è straordinario, soprattutto considerato lo sciagurato lascito delle gestioni Luis Enrique-Zeman-Andreazzoli. Sia chiaro, la qualità diffusa nella rosa era sotto gli occhi di tutti, ma saperla mettere in campo in maniera vincente si è rivelato particolarmente difficile. È bastato trovare un allenatore preparato, abile a gestire lo spogliatoio e a valorizzare il patrimonio tecnico a disposizione perché il cambio di marcia avvenisse. Un cambio di marcia repentino, imponente, convinto che, pronti via, ha fruttato 10 vittorie consecutive per iniziare la stagione, cosa mai accaduta prima a nessun’altra squadra italiana.
FORTINO GIALLOROSSO - Il dato statistico più sorprendente riguarda la fase difensiva. Soltanto 10 gol incassati in 19 partite, come la Juve di Capello del 2005/2006, quella del tricolore revocato causa calciopoli. Ufficialmente quindi nessuno ha mai subito così poco come De Sanctis quest’anno. All’Olimpico poi non si passa, solo 2 reti al passivo (quella al 94’ di Berardi del Sassuolo e quella di Vargas della Fiorentina) e battuto il record che apparteneva al Palermo del 2004/2005 (3 reti).
MA LA JUVE NON PERDE COLPI - Già, il problema della Roma si chiama Juventus. Il cammino della squadra di Conte è stato travolgente per continuità e di prestazioni e di risultati. Le nette vittorie negli scontri diretti con le più immediate inseguitrici, Roma e Napoli, hanno certificato il valore di una cavalcata che sembra inarrestabile. Il rischio è che passi in secondo piano l’eccezionalità della Roma targata Garcia, che ci si dimentichi in fretta che questa squadra ha già scritto un pezzo di storia. Le lodi alla Juve sono meritate e assolutamente imprescindibili, ma non devono oscurare la luce con cui Totti e compagni hanno irradiato il calcio italiano. Tutti in piedi, insomma, per una ideale standing ovation, romanisti e non. Questi ragazzi in fin dei conti se lo meritano.