Il 2013 di Daniele De Rossi è stato veramente particolare come quello di tutta la Roma, sono tutti e due passati dall’inferno al paradiso in pochissimo tempo. De Rossi in particolare,ha vissuto nel 2013 forse il momento peggiore di tutta la sua carriera infatti, dopo la sconfitta nella finale di coppa Italia contro la Lazio sembrava giunto il momento del suo addio alla Roma .La sua partenza sembrava inevitabile, viste le feroci critiche che l’avevano accompagnato per tutta la stagione, e che a causa della pesantissima sconfitta nel derby erano diventate insostenibili.Le critiche che gli piovevano addosso,non erano dovute unicamente alla bruciante sconfitta nella finale ma,all’andamento di De Rossi in tutta la stagione e al suo rapporto a dir poco burrascoso con Zeman.
Il rapporto con il nuovo allenatore non è stato buono fin dall’inizio, da quando il centrocampista giallorosso si espresse cosi in una delle prime conferenze stampa della scorsa stagione :“All'inizio speravo prendessero Montella, sono convinto sia un grande allenatore. Avevo paura di avere problemi con Zeman, ma ho trovato una grande persona. Mi sembrava un musone, troppo serio. Invece è piacevole, una gran persona. E' stimolante il lavoro con lui”. Quel “speravo prendessero Montella” non andò giù all’allenatore boemo, da allora le cose continuarono a peggiorare, De Rossi perse il posto da titolare e comunque quando giocava le sue prestazioni non erano al suo livello. Lo scarso feeling tra i due era anche tattico, infatti Zeman non vedeva De Rossi come un regista ma lo preferiva come interno di centrocampo, ruolo che non veniva digerito bene dal centrocampista di Ostia. La situazione si incrino definitivamente, quando Zeman accuso pubblicamente De Rossi di scarso impegno,accusa grave per un calciatore che fa proprio della sua abnegazione sul campo una delle sue caratteristiche migliori.
La situazione però non è migliorata neanche dopo che Zeman fu mandato via infatti, anche se sotto la gestione di Andreazzoli, il centrocampista giallorosso ritrovò il posto da titolare, le sue prestazioni continuarono ad essere negative. Sembrava oramai schiacciato dalle critiche ,ogni volta che il pallone gli capitava fra i piedi era come se scottasse, era insicuro, cercava sempre la giocata più semplice e spesso la sbagliava. Lui e la Roma sono sprofondati sempre più in un baratro, che ha toccato il suo punto più basso nella sconfitta in finale di coppa Italia contro la Lazio, che lo vedrà a fine partita piangere lacrime amare come tutta la Roma. De Rossi e la Roma non sono mai stati lontani come in quel momento, ma la storia sorprendentemente ha preso un’altra strada.
De Rossi è rimasto a Roma, grazie a Garcia che lo ha convinto a rimanere, lo ha fatto sentire di nuovo importante, rimettendolo al centro della squadra e lui ha subito risposto bene .Il centrocampista giallorosso ha ripreso fiducia lo si vede anche in campo, fin da subito è tornato ad essere un muro invalicabile davanti alla difesa, capace anche di far ripartire la squadra con grande qualità.;non ha paura di cercare la giocata di qualità, è più sereno e lo si vede. La ritrovata serenità deriva anche dal rinnovato amore dei tifosi romanisti, che lo acclamano come una volta. Il rapporto con la tifoseria si è risanato piano piano a partire dal gol che ha aperto la stagione contro il Livorno, proseguendo poi con il salvataggio su Ederson avvenuto in piena aria di rigore, nell’ultimo derby vinto contro la Lazio, due importanti tasselli che hanno portato all’incredibile record di 10 vittorie ad inizio stagione.
Finalmente i tifosi sono riusciti a rivedere la famosa giugulare pulsare nel collo di De Rossi, tornato ai suoi livelli. La scelta di rimanere a Roma sembra essersi rilevata vincente, per lui e per tutta la squadra giallorossa, che ora può lanciarsi verso la rincorsa alla Juventus con l’aiuto di uno dei migliori centrocampisti europei.