È tornato e ha tutta la voglia di recuperare il tempo perduto. La Roma, che viene da 5 pareggi nelle ultime 6 partite e si ritrova a 5 punti dalla Juve capolista, ha trovato un motivo per sorridere: Mattia Destro c’è. Il gol vittoria contro la Fiorentina è stato un indizio, la buona prestazione di San Siro e quella palla messa in porta da centravanti vero, che si fa trovare nel posto giusto al momento giusto, valgono una prova.
LA LUNGA ATTESA – Un calvario causato da un infortunio al menisco: rotto a gennaio, operato, ma mai realmente guarito. Colpa di una reazione infiammatoria che a ogni allenamento gli prendeva il ginocchio e che sembrava non voler passare mai. Il fatto poi di essere tornato in campo, forse troppo presto, ad aprile, ha complicato la situazione. Serviva tempo, servivano esercizi specifici che rinforzassero il tessuto muscolare a protezione del ginocchio, serviva avere fiducia nelle cure che lo staff medico giallorosso aveva predisposto a partire da quest’estate. In un’intervista apparsa oggi sulla Gazzetta, al giornalista che gli chiede se ha mai temuto di dover smettere, ha detto: “Forse no. Ho sempre voluto pensare in positivo, provando a farmi scivolare addosso tutto ciò che dicevano”. Sarà, ma ci sono voluti 6 mesi dall’ultima apparizione in campo e i dubbi erano leciti. Ora però sono spariti assieme al dolore e Destro si sente di nuovo un giocatore, pronto a dare il suo contributo. E che contributo.
BOMBER VERO – Già, perché la lontananza dai campi ha fatto dimenticare a molti di chi stiamo parlando. Le qualità tecniche e fisiche di Destro lo rendono unico nel panorama nazionale. Fisico da centravanti ma classe e rapidità da seconda punta, per valutarlo bisogna partire da qui. Con queste caratteristiche è in grado di ricevere lanci lunghi spalle alla porta e far salire la squadra, ma anche dribblare nello stretto puntando l’avversario; può chiudere in gol di testa svettando nel cuore della difesa avversaria, ma anche segnare “di rapina” grazie alla sua velocità di base; riesce con i suoi movimenti a dare profondità, ma non disdegna lo svariare sull’esterno. È il prototipo dell’attaccante moderno.
IL GOL – Gettato nella mischia contro la Fiorentina, sul punteggio di 1-1, quando lo spettro del quinto pareggio consecutivo iniziava ad aleggiare sull’Olimpico, ci ha messo poco per riprendere le buone vecchie abitudini. Su una progressione delle sue dalla destra, Gervinho la mette in mezzo forte e tesa, Destro si catapulta sul pallone e lo scaglia in porta con tutta la forza, con tutta la voglia e con tutta la frustrazione che ha in corpo. È la fine di un incubo e l’esultanza rabbiosa, intensa, carica di emozione ne è stata la fotografia più nitida. Niente danza alla bandierina ma solo urla e abbracci dei compagni: è di nuovo lui, è il bomber che Garcia cercava, è Mattia Destro. E pure Prandelli gongola…