"Il potere logora chi non ce l'ha", sentenziò Allegri poche settimane fa, per rispondere alle numerose voci che davano Seedorf sempre più vicino alla sua panchina. Dal canto suo, Clarence parla e ragiona già da allenatore consumato, d'esperienza.
D'altronde, la personalità non gli è carente, non per nulla il suo soprannome nei corridoi di Milanello era 'Professore'. Un allenatore in campo, non un semplice giocatore. Tant'è che la panchina del Milan sembra aspettarlo da tempo, lui che da sempre è il pupillo di Berlusconi. Il cambio nell'organigramma societario, che si consumerà in via ufficiale a fine stagione, potrebbe schiudere definitivamente le porte ad un futuro sulla panchina rossonera per Seedorf. E per lui sarebbe l'occasione di una vita, l'inizio di una nuova carriera. E non è certo tipo che rifugge le responsabilità, disse qualche anno fa: "Io sono nato pronto". Come dargli torto.
"Voglio diventare il miglior tecnico del mondo, cominciando da zero e costruendo una nuova carriera, da giocatore ho già dimostrato tutto. Non so quando smetterò, sono tranquillo perchè posso fare ciò che mi piace, quindi ne approfitto", aggiunge poi "mi piacciono le sfide che mi fanno crescere, che mi stimolano ogni giorno: ho talento per tante cose, ma soprattutto, mi piace lavorare".
L'ambizione è tanta, ma Seedorf ha già dimostrato di saperci fare anche fuori dal campo, come dimostrano le molteplici attività che svolge al di fuori del rettangolo di gioco. E' proprietario di un ristorante milanese, oltre ad essere stato patron di una scuderia motociclistica nella classe 125. Ha fondato l'associazione Champions for Children, che promuove l'educazione dei bambini attraverso lo sport, soprattutto in zone disagiate del mondo, come il Suriname, di cui Seedorf è originario. Collabora inoltre con il New York Times, dal 2009, curando una rubrica tutta sua, nel quale risponde alle domande dei lettori, oltre ad essere il fondatore di On International, nel 2007,società di management che lavora in ambito sportivo.
Per diventare il numero 1 al mondo, l'olandese si ispira niente meno che a Phil Jackson, il 'Coach Zen', l'allenatore più vincente della storia dell'NBA, 11 anelli in carriera divisi tra Chicago Bulls e Los Angeles Lakers. "Mi ispiro a Phil Jackson, ho un appuntamento con lui, che ha accettato la mia richiesta di incontrarci per parlare. E' riuscito a trasmettere valori spirituali ai più grandi, quando era ai Bulls cementò un gruppo straordinario, faceva meditazione con Michael Jordan".
Curioso come Clarence si ispiri ad un personaggio che esula totalmente dal mondo del calcio, puntando molto sul concetto di leadership piuttosto che su moduli e tattica. Da sempre l'olandese è il pensiero fisso di Berlusconi, che vorrebbe coronare il sogno di portarlo un giorno sulla panchina del suo Milan. Perchè, in fondo, "Seedorf logora chi non ce l'ha".