In tutto il mondo siamo etichettati come gli inventori del catenaccio e del gioco difensivo. Il CT dell'Italia, Cesare Prandelli, invece, in vista del Mondiale, vuole cambiare filosofia: "Voglio un'Italia rischiatutto. Questa squadra è nata per attaccare, se non lo facciamo, siamo un gruppo come tanti altri". E con un duo offensivo come quello italiano che può vantare di schierare due fenomeni del calibro di Pepito Rossi e Mario Balotelli non dovrebbe essere difficile attaccare. I numeri iinfatti testimoniano, effettivamente, che l'attacco funziona: sono 9 le reti realizzate dall'Italia nelle ultime 5 uscite.

Se la miglior difesa è l'attacco, dunque, un po' è anche perché non ci sono più i difensori di una volta. Molti dei gol subiti e delle occasioni concesse, come gli allarmi innescati da Germania e Nigeria hanno confermato, arrivano da errori individuali. In questa Nazionale il talento sta altrove e il ct ne ha pragmaticamente preso atto. Sta a centrocampo: Pirlo e De Rossi. E sta, per fortuna, in attacco: Balotelli e Rossi. La nuova coppia, finora nascosta dai rispettivi guai e lanciata finalmente proprio nell'ultima amichevole, è la più bella certezza dell'anno: i due hanno il gusto della giocata verticale, rapida e imprevedibile, che sconcerta gli avversari. D'altronde - da Riva, Rivera e Mazzola a Baggio, Totti e Del Piero - per vincere contro le grandi del calcio mondiale - 4-3 o 1-0 che sia - servono più che altro i campioni che inventano il gol. Per fare la rivoluzione, si sa, serve parecchia fantasia al potere e l'Italia di Prandelli in attacco soprattutto ha fantasia da vendere.



Un'Italia rischiatutto: è insomma l'idea di Cesare Prandelli per il Mondiale 2014, in Brasile. "Dobbiamo mantenere l'idea della qualità di gioco a centrocampo - spiega il c.t. azzurro - ma questa Italia è nata per attaccare, se non lo facciamo siamo una squadra come tante altre. Per il Mondiale preferisco una squadra che rischi fino in fondo". Il bilancio del 2013 è positivo, ma Prandelli chiede di cambiare il meccanismo del ranking Fifa. "E gli spareggi andrebbero aboliti: è un controsenso che la Francia possa rischiare di rimaner fuori"

Prandelli, poi, cita un proverbio bresciano per raccontare il suo stato d'animo di fronte al poco tempo che gli è concesso, di qui a fine maggio, per preparare il Mondiale. "Piuttosto che niente, è meglio piuttosto. Avrò sette giorni di lavoro sul campo o poco più: spero di averne due a un mese dalla fine campionato, per i test fisici - sottolinea il c.t. all'Ansa - C'è un calendario troppo fitto, troppi interessi e troppo poco in favore della Nazionale. Eppure rappresentiamo l'Italia nel mondo". Infine, il CT azzurro, parla delle sue idee sul ritiro e della proposta di aprirlo alle famiglie: "In Confederations abbiamo aperto il nostro albergo a famiglie e bambini, la risposta è stata molto buona. Ne parlerò ai giocatori e definiremo come, sono loro che devono stare tranquilli. Le famiglie vicine, soprattutto i bambini, aiutano a stemperare la tensione. Sarà un Mondiale logisticamente complicato: assomiglia a Usa '94, chiederò consigli a Sacchi''.