Tre reti a costo zero. Detto così, sembra un'ulteriore beffa per chi quei gol li ha subiti, uscendo così sconfitto dallo 'Juventus Stadium' domenica sera, cioè il Napoli di Benitez. In realtà, la capacità di pescare bene tra i giocatori svincolati (o comunque a fine contratto con i rispettivi club) è uno dei fattori che ha consentito alla Juventus di tornare competitiva in un momento nel quale i risultati sul campo erano deficitari e gli investimenti parevano essere completamente sbagliati; già, perchè dopo il settimo posto della stagione 2010-'11 Agnelli e Marotta hanno cambiato strategia, decidendo di spendere meno, ma con maggior oculatezza. Ed ecco chi sono riusciti a portare sotto la Mole.

Il primo a sbarcare a Torino fu Andrea Pirlo, che fu anche il primo acquisto della gestione Conte. Siamo nel maggio del 2011, e Pirlo decide di non rinnovare il contratto con il Milan, squadra nella quale ha militato per dieci anni vincendo tutto, e la dirigenza bianconera coglie la palla al balzo; fiutando l'affare prima di Inter e Manchester City, Marotta regala alla Juve l'ex campione del mondo a zero euro. Il regista bresciano dimostrerà poi il suo valore sul campo, smentendo chi lo dava per ''bollito'', disputando due annate a rendimento stratosferico: tre reti in 41 presenze complessive la prima stagione, cinque gol in 45 presenze la seconda e già tre segnature quest'anno, tra cui le perle di rara bellezza contro Catania e, appunto, Napoli.

L'anno successivo è il turno di Paul Pogba, che i bianconeri strappano addirittura al Manchester United di Sir Alex Ferguson. Pogba, francese classe 1993 originario della Guinea, faceva parte delle giovanili dei 'Red Devils' dal 2009; nel 2011 ecco l'approdo in prima squadra come centrocampista centrale, mentre nel gennaio del 2012 arriva l'esordio in Premier League. Il giovane convince, e sembra destinato ad un futuro radioso con lo United, ma l'improvviso ritorno al calcio giocato di Paul Scholes (che si era ritirato l'anno precedente) gli preclude la possibilità di fare esperienza; per questo, a fine stagione si svincola dal club inglese e, dopo essersi messo in evidenza in estate nell'Europeo Under-19, decide di firmare con la Juventus. Partito inizialmente come vice-Pirlo, il francesino stupisce Conte grazie alla sua duttilità e alla sua devastante potenza, cominciando a mettere insieme sempre più minuti: a fine anno le sue presenze saranno 37, condite da cinque reti di pregevolissima fattura, tra cui la doppietta fantastica all'Udinese. Nella stagione attuale i suoi gol sono già cinque, e la sua importanza nello scacchiere tattico bianconero aumenta di partita in partita.

E' storia dell'estate trascorsa da poco l'arrivo del centravanti basco Fernando Llorente, che la Juve aveva già bloccato a gennaio ma che, a causa delle barricate dell'Athletic Bilbao, ha potuto tesserare solo sei mesi più tardi. Llorente, nato a Pamplona, è stato per diversi anni la punta di diamante dei biancorossi di Bilbao, che in passato rifiutarono diverse offerte pur di non lasciarselo sfuggire. Classe 1985, il 'Re Leone' ha realizzato 118 reti complessive in otto stagioni e mezzo disputate con i baschi (giocando però l'ultima da 'separato in casa' a causa della decisione di non rinnovare l'accordo), trascinando i 'Rojiblancos' in finale di Europa League nel 2010; al suo attivo si registra anche una presenza con la Spagna nel vittorioso Mondiale del medesimo anno. Con i bianconeri ha già segnato quattro reti, nonostante un inizio difficoltoso dovuto ad una carente preparazione fisica.

I colpi a parametro zero della premiata ditta Agnelli&Marotta potrebbero non essere finiti qui. Dalla Spagna circolano voci insistenti riguardo un interessamento della Juve per il regista del Real Madrid Xabi Alonso, basco come Llorente e in rotta con il suo club dopo l'allontanamento di Mourinho, di cui era un fedelissimo. Il suo contratto con i 'Blancos' scade nel 2014, e i bianconeri faranno di tutto per accaparrarselo, anche se la concorrenza da battere sarà spietata, in primis proprio il Chelsea dello 'Special One'. Ma la Juve, ormai, pare essere abituata a stupire.