La stagione 2013/14 era iniziata con una voce che giorno dopo giorno sembrava potesse prendere forma: “A Roma è in atto una rivoluzione, anche Pjanic e De Rossi se ne andranno”. Erano su per giù queste le parole che uscivano dalla bocca della maggior parte dei tifosi giallorossi e non. C’era chi ci credeva, chi era favorevole alle cessioni, chi non avrebbe mai voluto vedere i due lontani da Roma. C’era chi li difendeva e chi li attaccava, chi li definiva giocatori finiti e chi credeva in un loro riscatto. Poi la svolta. L’arrivo di Rudi Garcia ha cambiato i piani e le speranze di chi vedeva i due già con le valigie in mano e pronti a salire su qualche aereo con destinazione Inghilterra. Garcia fin dal suo primo giorno al comando della Roma aveva un’idea precisa di come far giocare la squadra e De Rossi e Pjanic ne sarebbero stati i perni di centrocampo, andando a costituire lo snodo fondamentale tra il reparto difensivo e quello offensivo. Le qualità dei centrocampisti erano indubbie e il francese non ha voluto privarsene così facilmente.
LA FIDUCIA RITROVATA – “Si è parlato molto quest’estate. Per la prima volta ho detto alla società che avrei voluto ascoltare eventuali offerte, vederle, valutarle, mentre negli anni addietro avevo sempre respinto ogni offerta ancor prima di ascoltarla, molto decisamente. Sentivo che poteva essere l’anno giusto nel quale cambiare”. Era questo il pensiero che accompagnava De Rossi nei suoi giorni di vacanza dopo la Confederation Cup, dovuto alle tante, troppe, voci che lo perseguitavano ormai da diversi anni. Che Roma non sia una piazza facile è sotto gli occhi di tutti, ma con il biondo di Ostia si stava andando decisamente oltre. Le sue prestazioni non proprio esaltanti venivano attribuite prima a questioni familiari, poi a problemi con l’alcol e per finire alla voglia di cambiare aria del giocatore. Ma il numero 16 giallorosso ama troppo la sua città e la sua squadra per lasciarsi abbattere da certe voci, e così è bastata una sola telefonata per fargli cambiare idea, quella di Rudi Garcia. “La prima volta che ho parlato con lui al telefono, ero ancora in vacanza. L’ho visto anche lì molto disponibile, credevo e sentivo che lui mi vedesse come un giocatore suo, mentre tutto il mondo stava dicendo il contrario, cosa che poi non era vera. Però, se leggevi i giornali in quei giorni, se leggevi i siti, mi davano per fatto”. Anche per Pjanic il discorso era simile: venderlo per fare cassa. Le offerte non mancavano, il Tottenham, soprattutto, era alla finestra. Ma quando le voci iniziarono a tramutarsi in qualcosa di concreto Garcia bloccò tutto, dando il proprio benestare per la sola cessione di Lamela.
La fiducia, è stato questo il requisito fondamentale per instaurare fin da subito un nuovo rapporto con De Rossi e Pjanic. Una fiducia troppo spesso negata nell’anno passato, quando Zeman preferiva ai due quel Tachtsidis che ora fa la riserva nel Catania. Molte volte il boemo aveva parlato della loro incompatibilità, della scarsa applicazione e del loro ruolo indefinito, relegandoli per buona parte del campionato in panchina. Ora con Garcia la musica è cambiata e i due hanno preso in mano il centrocampo giallorosso trascinando la Roma a suon di ottime prestazioni. Bastava dunque poco per ritrovare i due campioni, bastava schierarli nel proprio ruolo naturale e soprattutto infondergli un pizzico di stima e sicurezza in più.
LE GARE DELLA CONFERMA – Così con le prime partite sono iniziati ad arrivare i primi risultati e le prime prestazioni positive. All’esordio con il Livorno ad aprire le marcature è proprio De Rossi, dopo che l’anno passato non aveva mai timbrato il cartellino. Un gol simbolo della nuova Roma in cui “capitan futuro” si è già ritagliato un ruolo da protagonista. Per la rete di Pjanic basta aspettare una settimana. All’Olimpico arriva il Verona e il bosniaco segna con un pallonetto pazzesco. La coppia di centrocampo, insieme al nuovo arrivato Strootman, gira alla perfezione e i fantasmi dell’anno passato sembrano già svaniti. De Rossi svolge magistralmente il ruolo di regista, anche se il compito di impostare è diviso con gli altri due compagni di reparto, e riesce a integrarsi molto bene con Benatia e Castan nella fase difensiva. Pjanic non sbaglia una giocata e la sua intelligenza tattica gli permette di anticipare un tempo di gioco velocizzando l’azione. Non a caso i due risultano i migliori in campo nella sfida contro il Napoli. Se De Rossi è decisivo nel salvare sulla linea il tiro di Pandev, il pianista Pjanic suona l’ottava mettendo a segno una doppietta sotto gli occhi di Maradona. È una punizione magistrale alla Pjanic (e non alla Juninho Pernambucano come troppo spesso si dice) ad aprire le marcature, chiuse dallo stesso bosniaco su calcio di rigore.
Se il buongiorno si vede dal mattino queste ottime prestazioni possono solo far ben sperare per il prosieguo della stagione. La Roma grazie alle “non cessioni” può ora vantare uno dei centrocampi più forti d’Europa, che con il passare del tempo potrà solo migliorare. La rivincita è servita.