Se c’erano ancora dubbi sulla consistenza della squadra di Gracia, oggi sono stati fugati. Nel 2-0 finale al Napoli c’è tutto: solidità difensiva nel momento di massimo sforzo degli avversari alla ricerca del pareggio, classe e concretezza nello sfruttare le occasioni create, fortuna visti i tre legni colpiti da Insigne e compagni. C’è soprattutto il cuore di ragazzi che si stanno guadagnando sul campo, con sudore e abnegazione, elogi infiniti (guardare le prestazioni di De Rossi, Castan e Borriello per credere). Sognare in grande, ora, è un dovere.
Garcia, che ritrova Maicon dopo il problema al flessore accusato a Genova più di 20 giorni fa, sceglie a sorpresa Dodò e non il più navigato Torosidis per sostituire lo squalificato Balzaretti. Davanti confermati Florenzi, carico dopo il primo gol in nazionale contro l’Armenia, Totti e Gervinho. Ancora panchina per Ljajic. Benitez deve fare a meno di Higuain, convalescente, e al suo posto schiera Pandev come “falso nueve” con alle spalle Insigne, Hamsik e Callejon. In difesa Albiol preferito a Cannavaro e Mesto come vice Zuniga.
PRIMO TEMPO - Inizio contratto, squadre corte e nervose. Il peso del match si fa sentire e l’arrivo in tribuna di Maradona all’8’ non aiuta. Il piano del Napoli è chiaro: sorprendere i terzini giallorossi alle spalle sfruttando le invenzioni di Pandev e Insigne. Dodò in particolare si lascia subito scappare Callejon che, già al 5', non aggancia da buona posizione. La prima palla gol è però per la Roma; Totti inventa di tacco per Pjanic sulla trequarti, il bosniaco trova Gervinho sul lato corto dell’area di rigore, ma il tiro dell’ivoriano finisce alto. Al 33’ il capitano della Roma deve però arrendersi al riacutizzarsi di un problema al flessore e lascia spazio a Borriello.
Il Napoli prende coraggio, macina gioco e al 35’ sfiora il vantaggio. Insigne libera con un tocco di prima delizioso Pandev solo davanti a De Sanctis, il macedone ci pensa, calcia di interno ma trova sulla sua strada un grande riflesso del portiere che smorza il tiro; ci pensa poi De Rossi a salvare a pochi centimetri dalla linea di porta tra il boato dell’Olimpico. Passano 10 minuti e stavolta è proprio Insigne a trovarsi a tu per tu con l’ex della serata: la sua conclusione si stampa sul palo e finisce sul fondo. La Roma pare in difficoltà, l’uscita del suo simbolo pesa. All’ultimo secondo, però, Gervinho è steso dal subentrato Cannavaro al limite dell’area. Pjanic, al 48' ormai scoccato, si incarica della battuta e beffa Reina con una punizione magistrale che si insacca non lontano dall’incrocio dei pali. È l’ultimo atto di un primo tempo in cui il Napoli ha avuto le occasioni migliori, ma si trova sotto.
SUPER NAPOLI - L'inizio della ripresa vede la squadra di Benitez dominare il campo, tenere palla e creare pericoli. La Roma si difende bassa ma compatta e dimostra qui tutta la sua forza. L’area di rigore è un bunker insuperabile e dove non arrivano De Rossi, strepitoso terzo centrale difensivo, e compagni, ci pensa la buona sorte visti i due pali colpiti nel giro di 15 minuti da Inler e Hamsik. Nonostante gli acciacchi (fuori Gervinho per infortunio muscolare al 56’ e con Florenzi non al meglio), la squadra di Garcia regge con orgoglio agli assalti napoletani e trova il guizzo che chiude il match al 70’.
Su un cross dalla destra di Florenzi, il positivissimo Borriello è trattenuto in area da Cannavaro: Orsato non ha dubbi, fischia il rigore e espelle, causa secondo giallo, il difensore. Dal dischetto va Pjanic che spiazza Reina con una conclusione potente, grintosa, dimostrazione principe del cambio di atteggiamento mentale suo e dei compagni. Il Napoli accusa il colpo. De Rossi, Strootman e Pjanic si scambiano ripetutamente il pallone, lo nascondono, lo accarezzano. Non serve l’inserimento di Higuain per cambiare le sorti di un incontro che i partenopei hanno comunque giocato bene, soprattutto tra la fine primo tempo e il momento del rigore.
Non è bastato. Merito di una Roma equilibrata, cinica, a tratti armoniosa nella coralità con cui difendeva e ripartiva. Otto indizi fanno ben più di una prova, questa squadra può ambire al vertice della classifica. Con un Pjanic così, poi, nascondersi non è più un’opzione praticabile.