La squalifica di San Siro per un turno decisa dal giudice sportivo per i cori di “discriminazione territoriale” intonati dai tifosi milanisti durante Juventus – Milan è dovuta al fatto che i tifosi rossoneri sono recidivi. E alla prossima occasione scatterebbero penalizzazioni che il Milan, giá in grossa difficoltà, non puó certo permettersi: partita persa a tavolino e poi punti di penalizzazione in classifica.
Pochi minuti dopo la notizia della squalifica l'ad del Milan Galliani aveva commentato: "La discriminazione territoriale esiste solo in Italia, perché in Europa si parla solo di discriminazione razziale. I cori in questione poi non sono stati sentiti da nessuno, a parte i funzionari della Lega, mentre invece si sono sentiti numerosi cori contro Balotelli”. Poi l’affondo: “Penso che sia una norma che vada abolita perché non esiste in altro luogo al mondo una cosa del genere che espone le società a gravi rischi. Perché alla prossima infrazione c'è la partita persa a tavolino ed eventualmente anche una penalità in classifica. Questo vuol dire che bastano una 50ina di individui per uccidere una società e arrecare danni indicibili. La decisione di chiudere lo stadio poi mi pare un'idea geniale in un Paese che ha stadi vecchi, obsoleti e sempre mezzi vuoti. Ribadisco che la norma va abolita, ne ho parlato coi miei colleghi e anche loro sono d'accordo”.
Il giorno dopo non si è fatta attendere la reazione di Abete, che invece di difendere le norme, come sicuramente sarebbe piaciuto a FIFA e UEFA, che sull’argomento sono molto decise e inflessibili, ha appoggiato la richiesta del dirigente. Il presidente della Lega ha dichiarato che è “opportuna e doverosa una riflessione sulle modalitá applicative”, aggiungendo che “l’Italia ha recepito la normativa prevista dalla UEFA”.
Dunque si tratta di decidere se stare con la UEFA, il massimo organismo calcistico europeo, oppure col dirigente di una squadra che sta andando malissimo e si lamenta perché le regole non gli piacciono. Mentre la UEFA va in una direzione precisa e cerca di insegnare che “il rispetto e la dignitá della persona umana” sono questioni importanti, soprattutto per le nuove generazioni, in Italia si chiede di abolire la norma. Anche questo, forse Galliani non lo sa, non é successo in nessun altro paese al mondo.
Per fortuna il presidente del CONI Malagó ha ricordato a tutti la realtà delle cose: "Ci si deve uniformare a quelle che sono precise disposizioni dell'organismo internazionale. L'unica soluzione è che il settore dello stadio interessato faccia qualcosa nei confronti di chi penalizza la propria squadra". Anche la Juve ha ricevuto 30.000 euro di multa per i cori contro Balotelli e lo Juventus Stadium é attualmente sotto diffida.