Tu chiamalo se vuoi, turnover. In uno Juventus Stadium stracolmo arriva il Verona neopromosso, ma che già porta lo scalpo di Milan e Sassuolo. Dopo i pareggi con Inter e Copenaghen, Conte vuole cambiare marcia: l'uomo della provvidenza, Quagliarella, ritrova la panchina a scapito dell'uomo dei media, Llorente. Dietro si lasciano rifiatare Buffon e Chiellini - in difficoltà col Copenaghen -, dando spazio a Storari e Ogbonna, mentre sulla destra torna Isla. Forse però, i cambi migliori sono il ritrovato Barzagli, e il nuovo Vidal, bella copia del Vidal di martedì sera. Sull'altra sponda, Mandorlini deve far buon viso a cattivo gioco, inventandosi una formazione priva di Toni, Albertazzi e Maietta. La punta di riferimento è, quindi, Cacia.

Il mercato del gol - La sfida tra Davide e Golia comincia dalla distanza: nei primi minuti la Juventus prova ad ovviare alla difesa schiacciata del Verona con numerosi tiri da oltre 20 metri. Bonucci, Pogba, Tevez, l'esito è lo stesso. La difesa ospite è un fortino, e Rafael non è uno che si fa sorprendere facilmente, per cui, si prova a cambiare canovaccio. Con un Llorente di quasi due metri, è più che lecito provare a spedire palloni alti per la sua folta chioma, ma nessun cross è degno del suo nome. Il calore del gioco juventino, fatto anche di sponde al limite dell'area, si scontra con l'animo islandese di Hallfredsson, freddo per natura. Nonostante quello che può chiamarsi un assedio, l'incubo di Copenaghen torna alla luce: torre di Moras, mischia in mezzo all'area, una dormita generale con Ogbonna (di nuovo!) e Isla imputati principali, e deviazione vincente a 30 cm dalla porta di Cacciatore. Con un solo tiro in porta, il Verona è in vantaggio allo Juventus Stadium.

Ma è forse proprio il gol a sancire la fine del Verona. La reazione dei bianconeri è simile a quella con l'Inter, se non più rabbiosa: nel giro di tre minuti, prima Pogba si vede fermare sulla linea un gol praticamente già fatto, in seguito ad un calcio d'angolo, poi Bonucci, al terzo assist in due partite allo Stadium, lancia in profondità Tevez, che lascia scorrere e con un diagonale chirurgico colpisce palo e rete. Esplode lo Juventus Stadium, che ha ora un nuovo idolo: l'Apache. Apache che continua a fare il fenomeno, riuscendo a colpire entrambi i pali in sequenza, con un tiro a giro da brividi. Sembra che per il gol del vantaggio bisogni aspettare la seconda metà di gioco, ma quando ormai anche il terzo minuto di recupero sta per scadere, Vidal crossa per la capoccia di un Llorente fino a quel momento assopito: è 2-1, e finalmente anche il Re Leone può festeggiare la gioia di un gol. Sono le reti del mercato estivo.

Solo Juve - Il tiro a segno continua, ma il cinismo torna a mancare nei piedi bianconeri. Tevez continua a stupire, Pogba ci prova imperterrito, e Barzagli continua a spadroneggiare in difesa, dopo un primo tempo mostruoso. Mandorlini però non si perde d'animo, buttando nella mischia attaccanti veloci, nella speranza di colpire in contropiede. Al pareggio il Verona ci va vicino, con Jorginho che si trova praticamente in porta, ma Bonucci compie un autentico miracolo, togliendogli la palla dal piede. La partita potrebbe chiudersi al 65', quando Pogba, con il corpo all'indietro alla Beckham, colpisce la traversa, portando così il numero dei pali a superare il numero dei gol. I bianconeri spesso si imbottigliano negli ultimi 15 metri, peccando forse di leziosismo, ma il risultato non cambia.

Riassapora il campo Claudio Marchisio, che sostituisce un Pirlo marcato asfissiantemente per 70 minuti. Alla fine Conte può tirare un sospiro di sollievo, ringranziando magari quei giornalisti - il sottoscritto escluso - che hanno tanto spinto per vedere el Rey Léon in campo.