Il Derby di Roma, si sa, fa storia a sé. Questa domenica arriva il 159° derby della capitale, forse uno dei più difficili da affrontare per la compagine giallorossa. La ferita del 26 maggio scorso è ancora aperta e servirà una grande prova per scacciare i fantasmi che aleggiano a Trigoria e per vendicarsi di quella sconfitta. Le premesse ci sono tutte e sono incoraggianti. Le tre vittorie consecutive e i 9 punti in campionato lasciano ben sperare in vista della stracittadina che arriva forse nel miglior momento della Roma. Rudi Garcia sembra essersi ambientato velocemente al campionato italiano, capendo subito di cosa la sua squadra avesse bisogno. Il risultato sono tre gare convincenti, giocate e vinte con carattere e mostrando anche un gioco definito e a tratti spumeggiante. Le similitudini con i due predecessori si sono sprecate ma il tecnico francese ha ben in mente la sua idea di calcio e sembra riuscire a trasmetterla efficacemente alla squadra. La solidità difensiva è ciò che ha maggiormente impressionato tifosi e addetti ai lavori, una fase troppo spesso bistrattata negli anni passati in favore dello spettacolo e dell’attacco “totale”. I risultati sono arrivati così come i primi apprezzamenti ma non per questo la squadra deve sentirsi favorita per questo derby.
COSA E’ CAMBIATO – Sono passati appena pochi mesi da quando una squadra spenta e senza identità si apprestava a terminare un’altra stagione fallimentare. Era da rifondare una mentalità a partire dalle fondamenta. Sabatini è stato bravo a capirlo, a capire che con i soli giovani non si può vincere, e così sono arrivati i primi giocatori di esperienza. De Sanctis e Maicon su tutti hanno contribuito a portare all’interno dello spogliatoio sicurezza e anche sul campo la loro presenza si fa sentire. La personalità del nuovo portiere giallorosso era nota già dai tempi del Napoli, ma ha contribuito a dare tranquillità a un intero reparto. Il brasiliano invece era in parte una scommessa, ma si sta confermando uno dei migliori acquisti a suon di ottime prestazioni. A Roma non è venuto per fare la comparsa e la voglia che lo spinge verso il mondiale da giocare in casa aumenta la sua motivazione. Il centrocampo poi è un mix di forza e qualità.
Sembra un lontano ricordo quando le chiavi della mediana erano affidate a Tachtsidis, relegando De Rossi e Pjanic in panchina. Oggi i due, insieme a Strootman, formano uno dei centrocampi più forti d’Italia. L’olandese impressiona ogni giorno di più sia per quantità che per qualità ed ha tutte le carte in regola per far fare il salto di qualità a questa squadra. Il reparto offensivo è cambiato molto, ma Garcia sembra aver trovato quei giocatori che possono essere efficaci all’interno del suo sistema di gioco. La squadra, nonostante le cessioni, c’è e convince giornata dopo giornata, ma non per questo bisogna montarsi la testa.
IL DERBY, UNA GARA DIVERSA DA TUTTE LE ALTRE – Come detto il derby non è mai una partita scontata. I favori del pronostico, le quote dei bookmakers e le posizioni in classifica non contano nulla al momento del fischio iniziale. Il derby della capitale si gioca con la testa, con il cuore e con la grinta. Gli schemi tattici di solito saltano e sono la fame e la voglia a condurre il gioco. La mentalità e l’approccio alla gara dovrà essere totalmente differente da quello visto nelle ultime partite contro i cugini. Le parole di Totti a fine gara contro il Parma suonano da monito e cercano di mantenere la calma in un ambiente già elettrizzato al pensiero del derby. “Rimaniamo con i piedi per terra che il campionato è lungo”, una frase che guarda al futuro pensando soprattutto alla gara di domenica prossima.
Una partita che rappresenta la prova del nove per una squadra che ha ambizioni importanti ma che ancora deve dimostrare tanto. Rudi Garcia sembra aver capito tutto questo e cerca di non scaldare gli animi. Parla di quinto posto e non di scudetto ma in fondo anche lui crede che con il tempo si possa migliorare e dare fastidio a qualsiasi squadra. Ma il francese ha capito soprattutto quanto conta il derby a Roma. Non è una partita da semplici tre punti come pensava il suo predecessore ma una gara che può valere una stagione. La gara che può esaltarti o affondarti, può spingerti ogni oltre ostacolo o lasciarti nel purgatorio, può darti la forza di raggiungere obiettivi importanti o obbligarti a ricominciare da zero. Il derby è sempre il derby, ora sta a voi trasformarlo in un sogno.