Alzi la mano lo juventino che, a giugno, alla notizia che il buon Marotta avrebbe portato a Torino, oltre a Llorente, anche Tevez e Ogbonna, si sarebbe lamentato. Sulla bocca di tutti da almeno tre anni, dei giornalisti in primis, il fatidico top player è arrivato, se di questo possiamo parlare. I tre gol in tre partite di Tevez lo hanno già reso un idolo della curva sud, e non solo. Ma le prime giornate di ogni stagione vanno prese con le pinze, perché come insegna l’esperienza di Diego e Felipe Melo (andatevi a riguardare il famoso Roma-Juve 1-3 dell’agosto 2009), il passo per cadere nel dimenticatoio dei tifosi è sempre dietro l’angolo e i media, dal canto loro, saranno sempre pronti ad attaccare e a demistificare quanto di buono già fatto.
Cessioni eccellenti e non - Dati per assodati i tre grandi colpi dell’estate bianconera, arrivati tutti nella prima metà del calciomercato, Marotta & Co. si sono dati da fare in quanto ad esuberi, altro tasto dolente delle ultime sessioni. Quest’anno però è andata diversamente: la visibilità europea acquisita grazie alla Champions, l’arrivo di allenatori italiani all’estero e, forse, la maturazione di alcuni dirigenti, hanno facilitato il compito. Hanno quindi dovuto dire addio alla maglia bianconera Giaccherini (Sunderland, 8 milioni), Matri (Milan, 11 milioni), le cui partenze gravano sulla bilancia degli affetti dei tifosi bianconeri e di Conte, mentre poco ci si cruccerà per i saluti di Ziegler (prestito al Sassuolo), Iaquinta (fine contratto, dopo aver gravato per anni sui conti bianconeri con il suo stipendio da 3 milioni netti a stagione) e Felipe Melo (Galatasaray, 3,5 milioni).
Tutto sfumato - Un altro che ha dovuto salutare, forse momentaneamente, il suo armadietto a Vinovo è Luca Marrone, ceduto in comproprietà al Sassuolo per 3,5 milioni. Proprio questa cessione, perfetta in ottica futura, ha alimentato gli ultimi giorni del mercato, che hanno visto Marotta e Paratici cercare in tutti i modi di trovare un sostituto. Il nome caldo era Nainggolan, ma quando Cellino chiedeva 18 milioni e la Juve 18 milioni non ce li aveva, sembrava di rivedere il film-Jovetic, sintetizzato in sole 24 ore. Neanche Marquinho è approdato agli ordini di Conte, ma in ogni caso si sarebbe trattato di una scelta secondaria. Altro canovaccio degli ultimi giorni è stata la questione attaccante, con un valzer di punte (Quagliarella-Borriello-Gilardino) che sembrava in dirittura d’arrivo, ma saltato all’ultimo chissà per qual motivo. I tifosi juventini erano già pronti a sviolinare e a cantare per il Gila, ma si dovranno “accontentare” di Quaglia, uno che per la maglia bianconera ha sempre dato tutto e, siamo certi, continuerà a farlo. Il quinto attaccante, dunque, sarà lui, mentre poco da fare c’è stato per quell’esterno sinistro che tanto voleva Conte: Kolarov costava troppo, e Zuniga ha deciso di restare a Napoli. Chissà a gennaio…
Occhio al futuro - Nonostante la questione-Matri, che ha fatto storcere il naso a qualche juventino di troppo, Marotta si è mosso benissimo in chiave futuro, gestendo in maniera ottimale la rosa di giovani di cui può godere la società bianconera. Il pupillo estivo di tante squadre era Zaza – in gol domenica contro il Livorno – che, al contrario di quanto successo con El Kaddouri nel 2012, è stato bloccato dalla Juventus, che lo ha preso in comproprietà con il Sassuolo, ed attende di vederlo crescere in Serie A. Altrettanto è successo con Gabbiadini, attaccante dalle grandi speranze, svezzato a Bologna e ora in cerca di conferma a Genova, sponda Doria. Calcolatrice alla mano, ci accorgeremmo che la Juventus chiude il mercato con un saldo negativo di circa 15 milioni, nei quali è però compreso il pagamento della seconda metà di Asamoah (9 milioni) e di Peluso (4,5 milioni). Ma se con questi piccoli numeri, la corazzata di Conte riuscirà lo stesso a fronteggiare i dobloni di Madrid, Monaco, Londra, allora sì che Agnelli potrà definirsi veramente soddisfatto.