La Roma americana non decolla. Per il secondo anno consecutivo i giallorossi non riescono a centrare l'obiettivo prefissato ad inizio stagione (l'accesso in Europa). Questo ha scatenato l'ira dei tifosi che, nell'ultima gara contro il Napoli, hanno esposto un preoccupante striscione "26-5-13: vincete o scappate". Ma riviviamo insieme questa annata della Roma.

Il 4 Giugno viene annunciato il nuovo tecnico per la stagione 2012/2013: è Zdenek Zeman, che torna a guidare i giallorossi dopo 13 anni. La risposta dei tifosi è positiva, molto positiva. La vendita degli abbonamenti sale alle stelle e porta in pochi giorni al sold out della Curva Sud. E l'inizio non è male: dopo il pareggio casalingo nella partita d'esordio contro il Catania, la Roma ottiene una grande vittoria contro l'Inter a Milano tornando a vincere a San Siro dopo 5 anni. È la tipica squadra zemaniana, straripante in attacco ma priva di schemi difensivi. Ed è proprio questa mancanza che porta la squadra ad un rapido declino.

Le sconfitte in rimonta subite contro Bologna e Udinese, in entrambi i casi i giallorossi erano in vantaggio per 2-0, e la pesante sconfitta di Torino contro la Juventus per 4-1, fanno sorgere i primi dubbi sulle scelte della società. Non manca comunque qualche buona prova, come quella di Genova (2-4 in rimonta ai rossoblu) e quella casalinga contro il Palermo che lasciò ben sperare i tifosi in vista del Derby. Invece no. Zeman e la Roma escono sconfitti anche dalla gara più sentita, quella che non si vorrebbe mai perdere. La batosta nella stracittadina non abbatte la squadra che, invece, ha una reazione d'orgoglio ed ottiene quattro vittorie consecutive (Torino, Pescara, Siena e Fiorentina), ma torna improvvisamente piccola a Verona contro il modesto Chievo. Il 2012 si chiude però con una grande vittoria frutto di una grande prestazione: il 4-2 al Milan lascia ben sperare società, giocatori, allenatore e tifosi che possono guardare con ottimismo verso il 2013.

Gennaio è però un mese nero. La Roma esce sconfitta inesorabilmente da Napoli (4-1) e Catania (1-0) e non va oltre il pareggio con Inter e Bologna. Ma se il campionato non decolla, i giallorossi avanzano in Coppa: la vittoria ai supplementari contro la Fiorentina e la vittoria nell'andata della semifinale contro l'Inter fanno sognare ai tifosi la tanto agognata stella d'argento sul petto. La svolta della stagione arriva il 2 Febbraio: dopo l'ennesima umiliante sconfitta casalinga (2-4 contro il Cagliari), la società decide di sollevare Zeman dal suo incarico ed affidare la panchina ad Andreazzoli, il vice ai tempi di Spalletti, con il compito di traghettare la squadra fino al termine della stagione.

Il cambio di modulo sembra funzionare, dopo la sconfitta nella prima partita contro la Sampdoria, la Roma ottiene quattro vittorie nelle successive cinque partite, successi di prestigio come quello contro i campioni in carica della Juventus. Nel miglior momento della stagione arriva però la sosta. Le due settimane di stop non giovano ai giocatori che, al rientro, escono sconfitti dal Barbera di Palermo e non vanno oltre il pareggio nel Derby di ritorno. La grande gioia arriva però dalla Coppa Italia: i giallorossi infatti grazie al successo per 2-3 a San Siro conquistano la finale. Nonostante il ritmo-campionato sia altalenante, il quinto posto è a portata di mano, ma il pareggio casalingo contro un già retrocesso Pescara e la sconfitta contro un Chievo salvo infrangono il sogno.

La Roma è sesta, terzo miglior attacco del campionato (71 gol fatti), ma quarta peggiore difesa (56 gol subiti). Magra consolazione quella di essere arrivata davanti alla Lazio. Ora la finale, la partita da non sbagliare. Una vittoria vorrebbe dire raggiungere due obiettivi: il primo trofeo della gestione americana e la qualificazione ai preliminari di Europa League.