La Juventus di Conte non sarò forse più forte di quella di Capello, ma splende il sole a Torino e splendono i sorrisi allo Juventus Stadium. Una festa in tutto e per tutto, dall’inizio – quando in campo sono entrati tutti i giocatori accompagnati dai figli, con Quagliarella che ha finto di “adottare” Giovinco – fino alla fine – quando la tradizionale sfilata ha preceduto la premiazione ufficiale di una stagione stratosferica. Neanche a chiederlo, Conte applica un forte turnover, sulla falsa riga di quanto visto a Bergamo. D’altronde, le squalifiche di Pirlo e Pogba costringono Marrone a fare il regista di centrocampo, gli esterni sono Isla e Giaccherini, mentre in difesa tornato i titolari. Là davanti, Giovinco e Matri, autore di ben 8 gol nelle ultime sfide tra Juventus e Cagliari. A fronteggiarli un tridente tutto rispetto composto da Pinilla, Sau e Ibarbo, terminali offensivi di un Cagliari granitico in mezzo al campo, ma pieno di qualità ovunque si guardi.
Furia colombiana - I primi minuti del match però, non sembrano una normale partita dello Stadium: il Cagliari, senza più nulla da chiedere al campionato, spinge forte, mentre la Juventus là davanti è fumosa. Poi, al 12’, ciò che non ti aspetti, almeno in un match come questo. Ibarbo parte dalla sua area di rigore lanciandosi sulla destra come una furia, passa tra Marchisio e Barzagli con un perfetto cambio di passo e tutto solo davanti a Storari, che riesce solo a deviare, porta in vantaggio il Cagliari. Subito dopo, un mini-alibi che scagiona Barzagli, costretto ad uscire per infortunio. Sembrerebbe l’inizio di un brutto sogno per i tifosi bianconeri, ma loro, forti dello scudetto già in tasca, continuano a cantare imperterriti. Le botte di Matri e Marchisio sono effimere: la prima è strozzata, mentre la seconda è centralissima per la gioia di Agazzi. Il pareggio sembra cosa di Giovinco, cheperò va a soli due centimetri dal gol dell’1-1: con la punizione della Formica Atomica che alla mezz’ora si stampa sull’incrocio dei pali la Juventus si accende, sfornando azioni su azioni che però fruttano poco e nulla.
Vucinic pareggia - La speranza del secondo tempo si chiama Giaccherini, ed è proprio il pupillo di Conte ad avvicinarsi più di tutti al pareggio. Tolto Giovinco per Vucinic, l’ex-cesena si dedica alle scorribande sulla fascia sinistra, ed è con un destro molto angolato che mette a dura prova i riflessi di Agazzi. Il Cagliari tiene, anzi, “sovrattiene”, pressando alto e sfruttando i contropiedi magici di Ibarbo. Tuttavia, come al solito, la svolta decisiva risiede in Vucinic, che al 60’ sfrutta una sponda di Vidal e insacca a porta vuota. Assist-man e goal-man entrambi a quota 10 reti in campionato, unici in doppia cifra nelle fila dei bianconeri. Marchisio va poi vicino al gol di braccio, non ravvisato, mentre allo J-Stadium è già cominciata la festa, con una riproposizione della coreografia e un coro unanime che da poca importanza al risultato. Il pareggio farà forse mugugnare Conte, che non potrà battere gli ennesimi record della storia bianconera, ma poco importa, quando Buffon solleva la coppa.