Il calcio nella sua forma peggiore. Il pallone che vorremmo dimenticare, ma su cui è giusto indagare. L'inferno di scommessopoli si arricchisce di una nuova puntata. Proprio nei giorni in cui la Giustizia sportiva sta analizzando le carte per decidere sanzioni e punizioni, su quel famigerato Salernitana-Bari, su cui tanto si è detto e contraddetto, arriva l'ennesimo fulmine a ciel sereno a destabilizzare il calcio italiano.
IL croato Zeljko Kalac, portierone del Perugia, visto anche in casacca rossonera, lancia un'accusa che non può lasciare indifferenti. Il ricordo va allo spareggio, datato 2004, tra la Fiorentina e il Perugia, con le due squadre costrette a lottare per restare nella massima serie. Partita combinata, niente di più, niente di meno, secondo l'estremo difensore, ora nello staff del Sidney in Australia.
La doppia disfida vide i viola vincere in trasferta e pareggiare 1-1 al Franchi. “I viola sono un grande club, noi eravamo meno importanti. Sarebbe giusto dire che quanto è successo è stato scandaloso. L'arbitro non ci ha dato la possibilità di vincere il match.”
Ovviamente fioccano le smentite, soprattutto dalla sponda avversa. Intervistato da Violanews.com, Mondonico, allora sulla panchina gigliata ha contestato le dichiarazioni di Kalac, ricordando come invece il Perugia non riuscì a trovare le contromosse alla disposizione tattica dei suoi, sfavoriti anche dall'espulsione di Fantini nella gara di ritorno.
Ora verranno vagliate le varie posizioni, si procederà agli interrogatori d'uso e si cercherà di capire il perché di dichiarazioni così tardive, a oltre nove anni di distanza. Attendibile o meno la testimonianza del croato si iscrive nell'infinito libro nero del calcio italiano, vittima di soldi e soprusi, marcio nel profondo. L'unica speranza, per appassionati e addetti ai lavori, è che non finisca, come spesso accade qui, ma non solo qui, visto l'esito in Spagna dell'Operacion Puerto, a tarallucci e vino, con condanne che paiono ricompense.