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Coppa Italia, a San Siro chi perde è nel baratro

Nerazzurri e giallorossi si sfidano a San Siro per salvare una stagione intera. Ecco il quadro generale: sentimenti pre-partita, ansie e programmi futuri, descritti tutti d'un fiato.

Coppa Italia, a San Siro chi perde è nel baratro
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Di Thomas Berardi

Una poltrona per due.
In questa frase, c'è tutta la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Inter e Roma, due squadre che al campionato non hanno più nulla da chiedere. In palio c'è l'accesso alla finale, ma in realtà c'è di più. Molto di più.

ROMA
In questa partita, i giallorossi partono con un leggero vantaggio, alla luce sia del 2-1 dell'andata, sia della recente vittoria conseguita in quel di Torino, che ha dato un po' di morale in più.
La stagione romanista però, non è delle più rosee, come spesso accaduto di recente. Negli ultimi due anni, i tifosi della Sud, hanno assistito, da spettatori, al naufragio nel Tevere del "progetto Roma". Accadde l'anno scorso con Luis Enrique, uomo dalla personalità cristallina ma troppo fragile per gestire uno spogliatoio così importante: il calcio offensivo, la difesa alta, le conferenze stampa iniziate dopo due minuti di Luis fisso a guardare il vuoto, "Bojan il cugino di Messi", il derby perso col gol al 93' di Klose, l'eliminazione con lo Slovan Bratislava ai preliminari di Europa League, sono fantasmi che nella mente dei romanisti fanno ancora capolino. Il 2011/2012 è stato un anno terribile, conclusosi addittura con la mancata qualificazione alle Coppe Europee.

Il 12/13 invero ha segnato, forse ancor di più, il popolo giallorosso di illusioni, col ritorno del "papà prodigo" Zdenek Zeman. Con lui, il progetto sembrava prender corpo, e invece dirigenza e tifosi sono ricaduti sull'illusione del calcio champagne e, questa volta, anche sui famigerati "gradoni". Il boemo, al contrario del precedente, aveva in dote un grande aplomb, consigli paterni ed affettuosi, ma in egual maniera non è riuscito a farsi amico i tifosi che a inizio stagione lo osannavano, salvo poi fischiarlo ogni 3x2.
Ora invece, dopo che il calcio champagne è andato a farsi benedire, il presente porta il nome di Andreazzoli per riconsegnare la Roma agli antichi fasti spallettiani: gioco totale, ma soprattutto pragmatico. Serviva questo, dopo tutte le scoppole subite in questi ultimi anni.
Mister Aurelio, dopo un derby pareggiato - che è stata quasi una sconfitta, sia per il gioco espresso, sia perché la Lazio è stata per parecchio tempo in 10 - ha la possibilità di ottenere la riconferma conquistando la finale, proprio contro gli odiati cugini. Un'occasione da non lasciarsi scappare, ma l'ansia c'è: la teoria che "qualcuno dall'alto" voglia far disputare una finale tranquilla tra gemellati, evitando ulteriori scontri ed incidenti, serpeggia negli ambienti giallorossi assieme al fantasma di Allegri, in rottura col Milan.

INTER
Anche il popolo milanese vive queste ultime ore con grande tensione. La Stramala, incominciata al termine della stagione 11/12, è in realtà naufragata da un pezzo. Moratti ne è consapevole e aspetta solo la fine della stagione per mettere il punto e cominciare da zero.
La stagione interista, per certi versi, è ancora più fallimentare della giallorossa: dopo la "sverginata" dello Juventus Stadium - così infatti i tifosi nerazzurri la chiamano abitualmente - la parabola interista è andata sempre più a discendere, fino a toccare il fondo. Mettiamoci pure gli infortuni, e il quadro è completo.
Che colpa ne hanno allora gli interisti se vedono giocare le ultime partite della propria squadra col solo Rocchi in avanti? Tutti gli attaccanti si sono fatti male, compreso l'ultimo baluardo Palacio che aveva resistito a più non posso! Può "nonno Rocchi" salvare le sorti dell'attuale squadra contro la Roma, lui che alla Roma ha già dato parecchi dispiaceri? A sentire la Nord no, ma la palla è tonda.

Il principale insuccesso dell'Inter però, va ricercato nell'ambiente societario, dove Branca ha ben deciso di prendere in prestito Rocchi il 35enne - povero! - e di cedere, altrettanto in prestito, il giovanissimo Livaja che già aveva impressionato. Il tutto condito, dall'acquisto di scarti di squadre altrui poco importanti - Kuzmanovic e Gargano su tutti - e dall'allontanamento di un pezzo di storia come Lele Oriali.
Insomma, una caporetto.
L'unica "consolazione" - se di consolazione si può parlare - sono i tanti errori arbitrali subiti dai nerazzurri nelle ultime partite che, anche per un calcolo delle probabilità, sono impossibili da replicare. L'Inter in campo questa sera sarà una squadra spenta e sfibrata di campioni, ma molto probabilmente, battagliera e disposta a giocarsi un all-in.
La Roma e Andreazzoli in particolare hanno più da perderci. Strama no, perché in cuor suo sa che al 99% non sarà riconfermato; e chissà, forse, se ne andrà comunque con un trofeo in tasca.

La parola ora, non può che passare al campo; ma alla fine di questa partita, una compagine si riprenderà, e l'altra ne sarà lacerata.
Ore 20.45, stadio San Siro, palla al centro.