"Ci han concesso solo una vita, soddisfatti o no, qui non rimborsano mai...". Con queste parole il corpo di Morosini ha ricevuto l'ultimo saluto dalla città di Livorno, l'ultima città in cui ha vissuto il suo sogno di calciatore, sogno che troppo presto è stato portato via dal beffardo destino che ha colto la sua giovane vita sabato pomeriggio a Pescara. Ligabue era il suo cantante preferito e 'Non è tempo per noi' la sua canzone preferita ed è per questo che, dagli altoparlanti dello stadio Picchi, prima dell'ingresso del feretro sul campo di gioco, si è deciso di far aleggiare nell'aria queste note e queste parole. Piermario non aveva avuto fortuna nella sua breve vita, con tante disgrazie accadute in un lasso temporale troppo breve per poter essere dimenticate e passare senza lasciare cicatrici. Eppure, grazie al calcio, all'amore della fidanzata Anna ed ai tanti amici che riusciva a farsi in ogni città in cui passava, non si avrebbe mai detto di essere insoddisfatto della sua vita, non avrebbe mai chiesto un rimborso per le tante difficoltà che aveva incontrato sulla sua strada. Forse è anche per questo che il dolore di chi l'ha conosciuto è ancora più intenso di quello che si potrebbe pensare.

BRIVIDI AL PICCHI - Livorno ha voluto salutare in grande stile un ragazzo che da appena tre mesi giocava nella città toscana, un ragazzo che non poteva essere il beniamino del pubblico ancora, ma comunque una persona che, ogni domenica, lottava sul campo per dare gioia ai propri tifosi e sentirsi vivo. La scelta è stata una scelta di cuore, ovvero aprire lo stadio cittadino per accogliere il corpo di Morosini, lui che su un campo di calcio è morto svolgendo il suo mestiere ma, soprattutto, facendo ciò che più lo divertiva: correre dietro ad un pallone. La cerimonia è stata breve ma intensa, con il feretro che è entrato dall'ingresso Nord dell'impianto ed ha compiuto un giro di campo, tra gli applausi ed i cori della gente presente. Pochi minuti di grande intensità emotiva, a cui è seguita la benedizione del vescovo Simone Giusti e l'ultimo saluto di alcuni compagni di squadra che hanno depositato, indossando la maglia numero 25, una corona di fiori sulla bara. Un altro giro di campo ha sancito la fine della cerimonia, mentre il pubblico intonava cori per Morosini e cercava di dare forza ai suoi ex compagni di squadra, visibilmente provati dal dolore. In tribuna erano presenti tutta la squadra dell'Empoli, il Presidente amaranto Spinelli e la grande stella livornese Igor Protti, che ha lanciato l'idea di intitolare una curva dello stadio Picchi al defunto Morosini, idea che è subito stata accolta ufficialmente dal sindaco Alessandro Cosimini.

DIREZIONE BERGAMO, INTANTO LE INDAGINI PROSEGUONO - Il lungo viaggio della salma di Piermario Morosini però non si è concluso a Livorno. Infatti, alla conclusione della cerimonia svoltasi al Picchi, il feretro è ripartito immeditamente per Bergamo, città natale dell'ex calciatore e luogo ove, giovedì mattina alle ore 11, nella chiesa parrocchiale del quartiere Monterosso, si svolgerà il rito funebre in suo ricordo. L'ultimo saluto, il definitivo ultimo addio che tutto il mondo del calcio, e non solo, potrà e vorrà dare al ragazzo. Tutta Bergamo sta vivendo, da sabato, in attesa di questo momento perchè Morosini era un bergamasco, ma soprattutto perchè Piermario era stato adottato da tutta la città al momento della morte dei suoi genitori. E mentre si svolge questo lungo e prolungato addio a Morosini, la Procura della Repubblica di Pescara continua le indagini relative alla morte avvenuta sabato pomeriggio allo stadio Adriatico. Il pm D'Agostino acquisirà appena possibile tutte le immagini relative ai fatti accaduti per monitorare tutto ciò che è avvenuto dentro e fuori dall'impianto. Particolare attenzione sarà chiaramente dedicata ai soccorsi prestati al calciatore del Livorno. Intanto, dal palazzo di giustizia, spiegano che i primi risultati dell'autopsia svoltasi ieri e condotta dal dottor D'Ovidio, danno già una grossa risposta. "Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai" cantava Ligabue e di certo il tempo del "Moro", purtroppo, è finito, ma ora si attendono risposte sui misteri della sua morte e per queste ci dovrà essere un tempo, perchè la sua memoria ed il dolore dei suoi cari meritano di essere degnamente onorati.