Come molte nobili decadute del Fußball tedesco, il Werder Brema sta affrontando una lunga tappa intermedia tra mille difficoltà. La società anseatica è riuscita, fin qui, a evitare le intemperie che hanno fatto crollare rovinosamente altre realtà geograficamente vicine, ma il processo di crescita non può essere procrastinato oltre. Kohfeldt, dopo la cavalcata-salvezza della scorsa stagione, ha l’arduo compito di riportare serenità sulle rive del Weser e, egoisticamente, di evitare la malaugurata sorte toccata a tutti i suoi predecessori, Nouri su tutti.

GENTE CHE VA – Nel Zyklon del transfermarkt, il Werder ha visto partire almeno due giocatori dal peso molto importante nell’economia del club, ovvero Thomas Delaney (passato al BVB per 20 milioni) e Zlatko Junuzovic (tornato in Austria al Salisburgo). Tra gli altri, Gondorf è tornato nel suo Baden-Württemberg (dopo le esperienze tra Karlsruhe e Stuttgarter Kickers) al Friburgo, Bauer è stato girato al Norimberga in prestito e Belfodil si è accasato all’Hoffenheim dopo la scorsa stagione trascorsa a titolo temporaneo dallo Standard Liegi. Cessioni che nel caso di Delaney hanno fruttato un buon tesoretto da poter reinvestire in particolare a centrocampo: settore che più di tutti negli ultimi anni ha accusato problemi di affidabilità e rendimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

GENTE CHE VIENE – Con il buco in mediana lasciato dalla partenza dell’ex capitano del FC Copenaghen, la dirigenza anseatica ha colto al volo l’occasione Davy Klaassen assicurandosi le prestazioni dell’ex leader dell’Ajax. Le cifre della trattativa con l’Everton si sono aggirate sui 13 milioni e mezzo. Un occhio di riguardo è andato sempre sui giovani con l’innesto del 20enne terzino svedese Felix Beijmo dal Djurgarden (3 milioni) e di Jan-Niklas Beste (19enne terzino tedesco ex BVB U19).  A rinforzare il numero dei portieri è arrivato Stefanos Kapino, 24enne ormai ex grande promessa greca, prelevato dagli inglesi del Nottingham Forest per meno di 500 mila euro. Per un Junuzovic andato via a titolo gratuito, con la stessa formula è salito dalla Baviera Felix Möhwald (24 anni) dal Norimberga.

Molto è stato fatto anche davanti per sopperire alla partenza di Belfodil e per coadiuvare l’estro di Max Kruse. Potendo già vantare diversi profili giovani quali Johannes Eggestein (fratello di Maximilian) e del kosovaro Milot Rashica (prelevato a gennaio dal Vitesse), il Werder ha acquistato Yuya Osako dal retrocesso Colonia (4,50 milioni), l’usato sicuro Martin Harnik dall’Hannover 96 (poco più di 2 milioni) e ha riabbracciato anche l’idolo peruviano Claudio Pizarro ormai 39enne e all’ultima stagione da professionista.

IL CALCIO DI KOHFELDT – Il giovane allenatore tedesco ha dimostrato, nell’arco della sua esperienza al Werder, di sapersi adattare al momento dei suoi ragazzi e all’avversario di turno. Kohfeldt ha avuto la pazienza di costruire la dimora-salvezza dalle fondamenta rappresentate dalla "fiducia difensiva". I Werderaner hanno iniziato con una linea a 5 passando gradualmente a una a 4 da dicembre 2017 in poi. Dopo alcune difficoltà iniziali, il lavoro del tecnico ha dato i suoi frutti, consentendo al club di chiudere all’11esimo posto con 42 punti (solo 3 in meno della stagione precedente che si chiuse a un passo dalla zona-Europa) e con la terza miglior difesa della Bundesliga con 40 Tore subiti. Tuttavia, con la miseria di 37 goal realizzati sembra evidente dove Kohfeldt debba andare a intervenire per compiere lo step ulteriore di cui gli anseatici hanno bisogno.

Provando a immaginare un 4-3-3 o 4-1-4-1, il Werder ai nastri di partenza potrebbe schierarsi con Pavlenka; Gebre Selassie, Veljkovic, Moisander, Augustinsson; Bargfrede, Klaassen, M. Eggestein; Rashica, Kruse, Kainz. Tuttavia, la rosa a disposizione di Kohfeldt permette di ipotizzare svariate soluzioni che vanno ben oltre i numeri e le lavagne.

LA CORSA HA INIZIO – La Bundesliga 2018/19 sta per iniziare e il Werder è chiamato a correre fin da subito evitando le false partenze che hanno caratterizzato le ultime stagioni. Kohfeldt sembra poter essere il nocchiere giusto per far navigare il natante verde anche oltre le sicure acque natie del Weser. E qualora non bastasse l’eredità del 35enne, forte della sua media punti di 1,60 per partita, può venire in soccorso la scaramanzia: di certo un tecnico nato a Siegen non potrà fallire.