Clamoroso posticipo del sabato di Premier League: il Manchester City fallisce, rocambolescamente, il primo match-point per portare a casa matematicamente il titolo di campione d'Inghilterra. Dopo un primo tempo enciclopedico, i Citizens si ritrovano avanti 2-0 nel derby di Manchester grazie alle firme, alle porte della mezz'ora, di Kompany e Gundogan. Risultato che sta stretto ai padroni di casa per quanto visto nei primi 45', ma al rientro in campo Mourinho ha rivoltato lo United: Paul Pogba guida la rimonta con due reti in tre minuti, Chris Smalling, da piazzato di Sanchez, infrange definitivamente i sogni di gloria dei cugini.

Pep Guardiola si presenta con il solito 4-1-4-1, anche se abbastanza rimaneggiato: Sterling è l’unica punta, Sané e Bernardo Silva sono i due esterni, con David silva e Gundogan da mezzali avanzate sulla trequarti. Fernandinho è il solito pilastro del centrocampo, mentre dietro sono Kompany ed Otamendi a proteggere Ederson con Delph a sinistra e Danilo a destra.
Dall’altra parte, invece, José Mourinho sceglie il 4-3-3 “classico”, con De Gea tra i pali, Valencia e Young da terzini e la coppia Smalling-Bailly al centro. Matic agisce da mediano, con Ander Herrera e Paul Pogba ai suoi lati. Davanti c’è Romelu Lukaku, mentre Lingard ed Alexis Sanchez agiscono da ali.

Inizio a marce fortissime per il City che si dimostra per nulla scalfito dalla batosta di Champions: possesso insistito, baricentro alto e cugini schiacciati tutti nella metà campo di De Gea. La zona più sofferente per i Red Devils è quella di Ashley Young, spremuto come un limone già nel primo quarto d’ora dai dialoghi tra Silva e Sterling. I Citizens rischiano anche qualcosa, ma sul rinvio sbilenco di Kompany è bravo Fernandinho ad opporsi ad Herrera. Alla metà del primo tempo i ragazzi di Pep alzano i giri, con il solito Sterling sul fondo: palla dentro, tesa, interessante, sulla quale arriva in scivolata Bernardo Silva, ma il tocco è troppo debole per sorprendere De Gea. La gioia arriva, però poco prima della mezz’ora: Sané dalla bandierina, a volare più alto di tutti, battendo Smalling, è Kompany che inchioda la capocciata e batte l’impotente portiere avversario.

Solo cinque minuti, e per lo United i guai diventano molto più seri: De Gea sbaglia il rinvio ed innesca Sané, che si appoggia su Sterling. L’inglese innesca l’accorrente Gundogan, che col controllo in giravolta fa fuori Matic e poi scarica il destro alle spalle del portiere spagnolo. I padroni di casa continuano a spingere, e vanno anche vicini, prima con Sterling e poi con Sané, al terzo gol. Al duplice fischio, però, è “solo” 2-0.

Apertura di secondo tempo, riapertura della partita: Sanchez semina il panico sulla destra e mette al centro, ma la magia la fa Ander Herrera. Da playmaker del basket, lo spagnolo appoggia di petto, di prima, per l’inserimento di Pogba. Kompany buca, il francese può controllare e fulminare Ederson sull’uscita. Tempo di esultare, ed all’Etihad accade l’impossibile: Pogba imposta a centrocampo su Alexis Sanchez, che controlla ed attende l’inserimento del compagno. La palla è perfetta, la linea difensiva immobile, e di testa l’ex-Juventus, griffato di ciuffo bianco-azzurro, può firmare la doppietta personale.

Il City, ribaltato nel giro di due minuti, rimane tramortito per un po’, ma riesce a riguadagnare terreno attorno all’ora di gioco: grande chance su piazzato di Gundogan, che fa sibilare il destro sopra la barriera, ma la palla si spegne alta. Lo United però, probabilmente scosso dal suo allenatore nell’intervallo, non ha intenzione di fermarsi e sembra un’altra squadra: altra punizione, altro traversone affidato al piede di Sanchez. Palla tagliata, tesa, al centro, nessuno segue Smalling che, col piattone, può fare 2-3 da pochi passi e completare una rimonta che ha dell’incredibile.

Guardiola tira fuori l’artiglieria pesante mandando in campo Gabriel Jesus e De Bruyne al posto dei due Silva, e nel finale anche il Kun Aguero. Il City però fatica a reagire, anche se Atkinson, clamorosamente, non sancisce un intervento killer di Young su Aguero, da rigore ed espulsione, sanzionando anzi l’argentino per proteste. A questo punto la partita si scalda, i falli (ed i cartellini), fioccano, e l’arbitro, già insufficiente, perde definitivamente di mano la gara. Comunque, c’è ancora tempo per i tentativi offensivi degli Skyblues, che però devono fare i conti con David De Gea: al penultimo giro d’orologio, la parata con la mano di richiamo sul colpo di testa di Aguero è una vera e propria perla di questo sport. La serie di corner per i ragazzi di Guardiola va avanti, e la chance arriva anche per Sterling, che devia quasi involontariamente, da due passi, la girata di Otamendi. La palla sbatte sul palo interno, poi su De Gea e si spegne di nuovo sul fondo. Si tratta dell'ultima emozione di un derby bellissimo, che non si conclude con la festa per il titolo ma con la gioia dei Red Devils, autori di una rimonta eroica dal 2-0 al 2-3.