Nemmeno il tempo di finire l'andata dei sedicesimi di finale di quest'Europa League e il sogno europeo dell'Östersunds sembrava già sfumato. È bastata un'ora di Arsenal concentrato per spezzare le gambe agli svedesi, che sotto 0-3 non hanno saputo reagire nel proprio stadio ed adesso andranno in Inghilterra, in uno dei campi più difficili della Premier League, praticamente già sconfitti, a causa di una differenza oggi risultata molto evidente sotto ogni aspetto. Di seguito la cronaca del match appena conclusosi.
Per quanto riguarda le scelte iniziali di formazione, Graham Potter sceglie un 4-3-3. Keita è difeso da Mukiibi, Papagiannopoulos, Pettersson e Widgren. A centrocampo spazio a Mensiro, Edwards e Nouri, con Sema e Ghoddos a supporto di Gero in attacco. La risposta di Arsène Wenger è schierata con un 4-2-3-1: Ospina è il portiere, Bellerin e Monreal i terzini, coppia Chambers-Mustafi nel mezzo. Elneny fa coppia con Maitland-Niles in mediana, mentre Iwobi, Ozil e Mkhitaryan supportano l'unica punta, Danny Welbeck.
Come prevedibile vista l'ampia differenza nel tasso tecnico messo in mostra, i Gunners offrono una prima fase di gara atta ad il più lineare dei domini, col grande obiettivo di mettere al sicuro il punteggio in trasferta fin da subito. La resistenza dei padroni di casa è pressochè nulla, impossibile: le occasioni da gol fioccano fin da subito. La prima è per Welbeck, anticipato in maniera miracolosa da Mukiibi tutto solo all'altezza del secondo palo; poco dopo il decimo di gioco, Mkhitaryan è invece lanciato all'uno-contro-uno con Keita ma viene fermato proprio dall'uscita del portiere avversario; poco dopo quest'ultimo si renderà però protagonista di un errore decisivo. Iwobi calcia dal limite, male, ma una sua papera lascia il pallone a due passi dal bersaglio per il tap-in facile facile di Nacho Monreal, che non può sbagliare e trova un meritatissimo 0-1, già nell'aria fin dal calcio d'inizio.
Imbarazzante insomma la superiorità degli inglesi nel frangente iniziale della sfida, probabilmente abbastanza da giustificare anche un parziale molto più ampio di quello che effettivamente sussiste. Continua la sofferenza degli svedesi sotto ogni aspetto, in particolare quello dell'uscita del pallone: è proprio in un grave errore in disimpegno di Pettersson a lanciare lo 0-2. Mkhitaryan anticipa infatti un suo pessimo passaggio e crossa potente da dentro l'area, Sotiris Papagiannopoulos è sulla traiettoria e devia la sfera nella sua porta. Il doppio vantaggio rallenta un po' inconsciamente i londinesi, che aprono come al solito degli spazi: sono quelli in cui s'infila Ghoddos, ma Ospina è attento sulla sua conclusione dal limite, molto potente, ad evitare problemi: la prima frazione si spegne sullo 0-2, senza ulteriori emozioni.
Nella ripresa gli scandinavi propongono un doppio cambio rispetto alla formazione ufficiale (in Tekie e Hopcutt, out Nouri e Gero), ma il copione resta invariato, in sostanza, nonostante un'aggressività superiore. Sono i britannici a tenere il comando del ritmo, andando avanti a folate: una di queste porta il tris con la firma di uno dei migliori in campo, Mesut Ozil, che duetta con Mkhitaryan venendo servito al centro dell'area. Da lì il tedesco può addirittura controllare prima di tirare verso il palo più lontano col mancino, rasoterra: Keita sporca la traiettoria ma non evita lo 0-3 poco prima dell'ora di gioco. In generale però il confronto assume un tono abbastanza noioso: fino al 90esimo, la fazione in trasferta gestirà gli avversari senza quasi alcun problema. Poi, all'improvviso, un regalo: grande ingenuità di Bellerin in area e per Fernández Borbalán non ci sono dubbi, è rigore. Calcia Petterson, un difensore centrale, malissimo: Ospina addirittura blocca in tuffo alla propria destra, confermando lo 0-3 che sarà anche il risultato finale.