Corsi e ricorsi storici nella Premier League. L'Arsenal perde, ancora una volta, alla stessa maniera: buona prestazione nella prima ora di gioco, o anche qualcosa in più, situazione di vantaggio da gestire, un blackout e gli avversari trovano la rimonta. In questo caso è stato il Bournemouth ad ottenere i tre punti (per la prima volta nella sua storia contro questo avversario), con due reti siglate in meno di cinque minuti nell'ultimo quarto di gara, siglati da Wilson ed Ibe. Vittoria preziosa per la truppa del sud d'Oltremanica, che respira rispetto alla zona retrocessione. Di seguito il racconto del match.
Per quanto riguarda le formazioni, Eddie Howe opta per un 3-4-2-1 all'inizio del duello. Il portiere Begovic è difeso da Francis, Steve Cook ed Aké. Sulla linea mediana troviamo invece Smith, Lewis Cook, Gosling e Daniels. Ibe e Fraser agiscono invece a supporto della punta, Wilson. La risposta di Arsène Wenger è schierata con lo stesso modulo e vede Cech fra i pali. In difesa ci sono invece Chambers, Mustafi e Holding. I tornanti sono Bellerin e Maitland-Niles, le mezzali invece Xhaka e Wilshere. Iwobi e Welbeck sono i trequartisti alle spalle di Alexandre Lacazette.
Sin dall'inizio il confronto assume una buona intensità e risulta abbastanza piacevole, anche se con un atteggiamento piuttosto attendista da parte dei padroni di casa. La partita la devono fare dunque gli Scousers, che sembrano iniziare col piede giusto: dopo nemmeno dieci minuti Maitland-Niles ha la possibile occasione per aprire i conti, sulla sinistra dell'area, ma dopo una serie di finte la sua conclusione di destro scheggia soltanto la parte della traversa più vicina al secondo palo. Il passare dei minuti vede un consolidamento del comando sul gioco dei londinesi, che però faticano a creare grossi pericoli, come ad esempio quando Welbeck, lanciato in porta da Lacazette anche grazie ad un buco di Steve Cook al minuto numero trentatré, riesce ad anticipare Begovic con un tocco leggero di collo in caduta; il bosniaco, però, respinge in uscita a gambe aperte. Dopo questo brivido, le Cherries si svegliano e trovano un buon finale di tempo, con anche un tentativo abbastanza temibile di Fraser da dentro l'area respinto soltanto in scivolata da Chambers. Il pareggio può considerarsi giusto al duplice fischio.
Goalless at the break
— Arsenal FC (@Arsenal) 14 gennaio 2018
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Nella ripresa il copione sembra assumere dei tratti simili, perlomeno nel corso delle battute immediatamente iniziali, prive di chissà quali scossoni. Poi, all'improvviso, un contropiede spacca in due la partita: tutto inizia da Jack Wilshere - da sottolineare la sua prova di oggi, in grande spolvero -, che serve Iwobi; dopo qualche secondo, il nigeriano serve coi tempi giusti un gran pallone in profondità per lo scatto fin dentro l'area del velocissimo Hector Bellerin, che si accentra e cerca l'angolo più lontano, trovando un rimpallo comunque vincente sulla mano dello sfortunato portiere avversario. È chiaro che il terzo gol stagionale dello spagnolo abbia delle conseguenze immediate sul match, che nei minuti seguenti perde molto in termini di qualità e ritmo, diventando più piatto ma al contempo più gestibile per la compagine appena passata in vantaggio. Howe cerca di cambiare il trend inserendo Mousset per Daniels, un cambio prettamente offensivo.
I risultati a dire il vero non sono incoraggianti, ma l'inserimento di qualità aiuta un po' i rossoneri a sfruttare lo storico difetto della gestione Wenger, vale a dire i cali di tensione. Dopo quasi settanta minuti essenzialmente di dominio, infatti, i Gunners spengono la luce e ne pagano alla grande le conseguenze. Arriva il pareggio, all'improvviso, con un cross all'apparenza innocuo di Fraser: lento Cech in uscita, Callum Wilson invece fa il rapace e lo anticipa sul primo palo per il più facile dei tap-in a porta sguarnita, sfruttando al massimo una dormita degli ospiti. Non passano neanche cinque giri d'orologio e arriva clamorosamente l'1-2: un campanile verso l'area pesca ancora Wilson, stavolta chiamato a lavorare spalle alla porta. L'inglese lo fa bene e favorisce l'inserimento centrale di Jordon Ibe, che scarica centralmente di violenza: pure questa volta il portiere ostile non si comporta bene, anche se parzialmente giustificato, considerando la sua pessima visuale rispetto all'azione. Nel finale, i rossi in trasferta non ci provano nemmeno: senza nemmeno prendere grossi spaventi, il pubblico locale può festeggiare al triplice fischio.
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