Finisce male per entrambe le squadre la serata di Stamford Bridge, non tanto per il Chelsea, che vede sfumare il primo posto nel girone C di Champions League in favore della Roma, quanto per l’Atletico Madrid. Ai Colchoneros non riesce il miracolo, sono terzi e dovranno disputare la fase ad eliminazione diretta di Europa League. Ad illudere era stato Saul, bravo a depositare in rete una palla vacante in area, ma il (meritato) pareggio è arrivato su conclusione di Hazard, con la deviazione decisiva di Savic che premia una buona partita dei Blues. Ora, l’appuntamento è con i sorteggi di lunedì.
Antonio Conte che nella serata europea lascia spazio alle seconde linee del suo Chelsea, data la qualificazione già matematicamente conquistata. Si va sul 3-5-2, c’è Christensen con Cahill ed Azpilicueta, mentre Zappacosta occupa la fascia sinistra con Moses da opposto. In mezzo, Kanté e Bakayoko garantiscono muscoli e corsa, con Fabregas in cabina di regia. Davanti, Hazard e Morata. Simeone risponde con il suo classico 4-4-2: Oblak tra i pali, Gimenez e Filipe Luis sono i terzini, con Hernandez e Savic da centrali. Saùl e capitan Gabi formano la coppia di centrocampo, mentre Partey e Koke si occupano delle fasce. Coppia d’attacco che vede Torres duettare con Griezmann.
Inizio molto poco spettacolare: le due squadre si studiano come in una partita a scacchi, si combatte molto a centrocampo e le emozioni tardano ad arrivare. Dopo dieci minuti di buon palleggio dell’Atletico, è Morata a piazzare la prima zampata: ottimo movimento dello spagnolo fuori area, due difensori ingannati e destro a giro che sfiora l’incrocio. Sussulta Stamford Bridge, ma è rimessa per Oblak. Il duello tra i due si rinnova alla metà del primo tempo: il Chelsea continua a guadagnare campo ed una scorrazzata di Moses ispira la girata dello spagnolo sul primo palo, da distanza ravvicinata. Ancora attento il portiere che blocca. Ci prova anche Zappacosta, che recupera palla ed inventa il filtrante ancora per Morata: mancino da posizione difficile, di nuovo Oblak smanaccia con lucidità. Gli ospiti provano a reagire, ma la troppa imprecisione negli ultimi 25 metri non permette mai ai Colchoneros di fare male. Stessa imprecisione che condanna Hazard alla mezz’ora: gran taglio verso il dischetto, ma il destro sul rasoterra di Moses è svirgolato e allontanato facilmente dalla difesa. L’occasione più grande della partita, invece, parla italiano: Davide Zappacosta trova la linea per la percussione centrale, punta l’area e scarica il destro. Battuta insidiosissima, che passa tra le gambe dei difensori e punta all’angolino basso, prima che il super-tuffo di Oblak ne fermi la corsa in corner. Ultima emozione di un primo tempo comunque molto intenso, si va negli spogliatoi a reti inviolate.
Seconda frazione che inizia come finiva la prima: sembra il Chelsea la squadra costretta a vincere e non l’Atletico. Sulle fasce i Blues continuano a fare male, costringendo la linea di Simeone ad un paio di chiusure provvidenziali. Nel giro di due minuti, però, tutto cambia: prima arriva la notizia del vantaggio della Roma all’Olimpico, subito dopo, un calcio d’angolo spizzato da Torres sul primo palo finisce sulla testa di Saùl Niguez. Nessuno lo segue, il centrocampista di Simeone è liberissimo di colpire e battere Courtois da due passi. 0-1 che non smuove ulteriormente la classifica, ma permette agli spagnoli di rivolgere l’orecchio solo a Roma. Il Chelsea riprende subito in mano il pallino del gioco, ma lo svantaggio, unito all’idea di perdere il primo posto nel girone, rende i padroni di casa più frenetici, nervosi e, di conseguenza, meno pericolosi. Al contrario, gli avversari trovano coraggio: Griezmann si libera bene sul mancino in area, ma la sua conclusione fuori equilibrio termina larga.
Il pareggio, però, sembra praticamente cosa fatta al minuto 66: una battuta rapida da calcio d’angolo permette a Fabregas di prendere la linea di fondo e far partire un tracciante verso il cuore dell’area. Con OBlak fuori causa, Christensen arriva a colpire di testa in tuffo ma, clamorosamente, il suo tiro non trova lo specchio della porta. Tempo di riprendere fiato dopo il sussulto, ed il cuore dei tifosi allo stadio salta di nuovo: capolavoro di Moses sulla destra, doppio dribbling e palla al centro, con Pedro che devia verso la porta di tacco. Sulla traiettoria c’è Morata che prova a toccare in rete, ma Gimenez ed Oblak, in stereofonia, riescono a buttarsi sul pallone ed a bloccarlo. Si tratta solo di tempo, però, perché gli uomini di Conte hanno ritrovato la fame del primo tempo: a 15' dal termine è Hazard a raccogliere un pallone al limite dell’area per trasformarlo in un velenoso rasoterra mancino. La deviazione di Savic, quasi sulla linea, beffa Oblak e fa esplodere Stamford Bridge; è 1-1. Tempo di ricominciare a giocare, ed ecco che subito arriva l’occasione per completare la rimonta: Moses lancia Morata in contropiede, mettendolo col pallone davanti ad Oblak. Lo Sloveno, però, ha deciso di dimostrare perché è il portiere più sottovalutato del mondo e respinge anche questa, uscendo con decisione a chiudere lo specchio.
Nel finale accade piuttosto poco, con un Chelsea stanco ed un Atletico abbastanza rassegnato: nessuna occasione rilevante se non un paio di conclusioni dalla distanza, alte, ed un contatto dubbio tra Cahill e Koke, sul quale Makkelie lascia giustamente correre. In pieno recupero il neo-entrato Bathsuayi va vicinissimo al gol della settimana, lasciando sul posto il marcatore e sfiorando l’incrocio col destro incrociato, ma la fortuna non è dalla sua. Arriva il triplice fischio, serata agrodolce per il Chelsea: qualificazione ottenuta, ma al sorteggio gli uomini di conte saranno nella seconda fascia. Decisamente peggiore la situazione dell’Atletico Madrid: dopo due finali disputate negli ultimi 4 anni, gli uomini del Cholo Simeone dovranno ripartire dai sedicesimi di Europa League nel 2018.